inibitóre

Indice

agg. e sm. (f. -trice) [da inibire].

1) Che, chi inibisce; inibitorio.

2) Composto chimico organico o inorganico che, posto in miscela con un prodotto oppure insieme con un materiale entro un ambiente aggressivo, ne impedisce una specifica degradazione (corrosione, polimerizzazione, depolimerizzazione, ossidazione, ecc.). Gli inibitori si possono classificare in base al loro meccanismo di azione o alla loro composizione chimica in: inibitore del tipo ad adsorbimento, in genere organici (per esempio ammine); inibitore del processo catodico di sviluppo di idrogeno (per esempio ioni arsenico, antimonio); inibitori rimoventi gli agenti corrosivi come l'ossigeno (per esempio idrazina, solfito di sodio, ecc.); inibitori ossidanti per metalli suscettibili di transizione attiva-passiva, come il ferro, le leghe di ferro, gli acciai inossidabili; inibitore in fase vapore.

3) In biochimica, inibitore eparinico, lo stesso che antitrombina II. Inibitore enzimatico, composto capace di legarsi chimicamente, reversibilmente o irreversibilmente (inibitore suicida), a un enzima (o coenzima) inibendone l'azione. L'inibitore enzimatico è in genere altamente specifico, riconoscendo un solo enzima o pochi enzimi tra loro simili per attività e struttura, e viene definito competitivo se si lega sul sito attivo dell'enzima (cioè sulla regione della molecola deputata all'interazione col substrato), non competitivo se si lega su un'altra regione della molecola. L'inibitore competitivo, il più diffuso in natura, può in genere essere rimosso dal substrato se la concentrazione di questo è sufficientemente elevata e si conoscono esempi di inibitori competitivi con funzione di regolatori del metabolismo, di tossine e di farmaci.

Trovi questo termine anche in:

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora