fissàggio

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Lessico

sm. [sec. XX; da fissare]. Processo mediante il quale si rende fisso, stabile qualcosa.In particolare: A) operazione di bloccaggio di un pezzo in una morsa o sul bancale di una macchina utensile per sottoporlo alla lavorazione. Anche l'operazione di rendere fissi gli elementi di un insieme metallico. B) Stabilizzazione dell'altezza di un tessuto al termine delle operazioni di finissaggio. Viene eseguito sulla rameuse.

Fotografia

Bagno di fissaggio, bagno utilizzato per rendere stabili alla luce le immagini fotografiche. Tale bagno è una soluzione contenente un solvente degli alogenuri d'argento, che vengono asportati dallo strato sensibile, sul quale rimane l'immagine sviluppata, costituita da argento metallico. Il solvente più comune è il tiosolfato di sodio, comunemente denominato “iposolfito di sodio”, proposto da J. F. W. Herschel nel 1839. Usualmente il bagno di fissaggio è acidificato con metabisolfito di potassio, oppure con acido acetico o borico per neutralizzare gli alcali di cui è impregnata l'emulsione proveniente dal bagno di sviluppo e per diminuire il rigonfiamento della gelatina avvenuto durante questo bagno. Spesso il bagno di fissaggio contiene un induritore della gelatina, generalmente allume di potassio. Esistono bagni di fissaggio rapido, contenenti tiosolfato d'ammonio, che consentono di ridurre la durata del trattamento da circa dieci minuti a un paio di minuti per le pellicole rapide a elevata concentrazione di bromuro d'argento e a circa mezzo minuto per le carte. L'elevato contenuto in sali d'argento dei bagni di fissaggio esauriti ne rende opportuno e conveniente il recupero, per mezzo di appositi apparecchi. Oltre a ridurre l'inquinamento delle acque di scarico, questa operazione è anche economicamente vantaggiosa, dato il notevole valore dell'argento recuperato.

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