fièno
sm. [sec. XIV; latini fenum]. Erba tagliata, seccata e conservata come foraggio, usata per l'alimentazione degli animali durante la cattiva stagione. Un fieno di buona qualità deve avere odore aromatico, colore verde chiaro e sapore leggermente dolce; inoltre deve risultare morbido al tatto e asciutto, possedere molte foglie e steli minuti e non contenere erbe nocive alla salute degli animali né capaci di provocare nel latte sapori od odori ingrati. Il valore nutritivo dei fieni varia secondo il grado di maturità raggiunto dalle piante al momento dello sfalcio, secondo la composizione botanica del prato (prato a leguminose, prato polifita, ecc.), e secondo che si tratti del fieno di 1° taglio (maggengo), di 2° (agostano), di 3° (terzuolo) o di 4° taglio (quartirolo). In generale il fieno di 1° taglio contiene proteine in proporzione minore rispetto a quello dei tagli successivi e anche il suo valore nutritivo globale risulta inferiore, ciò che giustifica la pratica di somministrarlo mescolato agli altri. § Per febbre, raffreddore da fieno, vedi pollinosi.