diradaménto

sm. [sec. XIX; da diradare]. Atto ed effetto del diradare. In particolare: A) in agricoltura, operazione agronomica mediante la quale si riduce la densità delle piante presenti in un appezzamento; viene applicata anche a parti della pianta (rami, frutti, ecc.) per migliorarne il rendimento e le caratteristiche. B) Nella terminologia militare, manovra eseguita da una grande unità per limitare i danni del fuoco nemico e in particolare dell'offesa nucleare. Consiste nell'interporre larghi spazi tra le unità componenti. Analogamente, il diradamento in marina consiste nel distanziare le navi. C) In urbanistica, operazione teorizzata in Italia da G. Giovannoni (Il quartiere romano del Rinascimento, 1916) che tende alla salvaguardia e al risanamento conservativo dei centri storici attraverso una riduzione della densità edilizia, che non alteri la struttura urbana fondamentale. Mentre la pratica indiscriminata degli interventi di diradamento per adattare i centri storici ai nuovi standard urbanistici ne ha talvolta compromesso i valori spaziali e ambientali, oggi si preferisce liberare il centro storico da quelle funzioni che la mutata dimensione della città moderna ha reso incompatibili con le caratteristiche del tessuto antico.