dicumaròlo

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sm. [da di- (terminologia scientifica)+cumarina]. Composto organico derivato della cumarina contenuto nel trifoglio dolce (Melitotus officinalis) di formula

Si ottiene anche per sintesi per azione della formaldeide sulla 4-idrossicumarina. È una polvere bianca o giallastra, leggermente amara, di caratteristico odore gradevole. Praticamente insolubile in acqua, alcol ed etere, si scioglie facilmente in piridina e nelle soluzioni degli alcali. Negli animali superiori agisce come antagonista competitivo della vitamina K. Questa rappresenta il coenzima di un fermento epatico deputato alla sintesi della protrombina e dei fattori V, VI, IX e X della coagulazione. Il blocco della produzione di tali fattori è alla base del potente effetto anticoagulante del dicumarolo, che può provocare gravi intossicazioni a carattere emorragico, come per esempio nel bestiame alimentato con il fieno di trifoglio. Nella farmacologia il dicumarolo è considerato il prototipo dei farmaci anticoagulanti per uso orale che hanno importanti applicazioni nella profilassi delle trombosi e delle embolie postoperatorie, nelle vasculopatie periferiche, nell'infarto del miocardio, ecc.

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