dado (lessico)
Indicesm. [sec. XIII; latino volg. datum].
1) Piccolo cubo d'avorio, osso, legno o altro usato in diversi giochi; al pl., il gioco stesso: i dadi sono la sua rovina; dadi da poker, quelli che recano sulle facce le figure delle carte usate in questo gioco. Fig.: il dado è tratto, espressione che traduce la frase latina alea iacta est, per indicare una situazione da cui non è possibile tornare indietro; lasciar correre il dado, lasciar che la cosa vada da sé.
2) Qualunque oggetto a forma di cubo: “La nebulosa pianura della campagna, dove si incastonano ... dadi delle case disperdute” (C. E. Gadda); a dadi, a cubetti: tagliare il pane, le carote a dadi. In partic.: A) ciascuno dei cubi di legno o plastica, variamente colorati e con le facce recanti numeri, lettere, figure o parti di figure componibili, usati come gioco istruttivo per bambini. B) Prodotto alimentare per la preparazione di brodo e minestre, usato anche come condimento. Contiene estratto di carne, verdure disidratate, aromi naturali, zucchero, grasso alimentare, con l'aggiunta di sale e glutammato monosodico. C) Organo meccanico con foro passante filettato internamente che, serrato sul relativo bullone, permette di realizzare dei collegamenti smontabili. Solitamente il contorno dei dadi è esagonale o quadrato per il bloccaggio a mezzo di chiavi, mentre per il serraggio manuale il dado, chiamato spesso galletto, è provvisto di ali. Se il dado deve coprire l'estremità del bullone su cui viene serrato, lo si realizza con foro cieco. Per impedire l'allentamento dei dadi sottoposti a vibrazioni si ricorre al controdado, o ai dadi autobloccanti, che hanno un inserto di nylon il cui foro è di diametro inferiore a quello della vite: avvitando il dado, il filetto viene forzato nel foro dell'inserto e il forte attrito conseguente ne impedisce l'allentamento. D) Elemento parallelepipedo o cubico inserito fra lo zoccolo e la cornice di un piedistallo. Poco usato nell'architettura greca, fu molto diffuso in quella romana, liscio o decorato con rilievi. Dadi colossali hanno le colonne di Traiano e Marco Aurelio. Il termine viene anche usato, impropriamente, per indicare l'abaco del capitello, il plinto della base della colonna e talvolta anche l'elemento cubico con funzione di fregio di una sezione isolata della trabeazione.
3) Tortura che, sino alla fine del Settecento, veniva inflitta alla persona interrogata cui si stringeva una caviglia in tasselli di ferro concavi. Anche ciascuno dei tasselli.