Sètne
titolo del sommo sacerdote di Ptah a Menfi, attribuito per antonomasia al principe Khamuase, figlio di Ramses II (ca. 1250 a. C.). Con questo nome egli è il protagonista di due storie che sono tramandate da un papiro di età romana. Qui hanno larga parte gli spettri che sopravvivono nelle necropoli, i maghi e le pratiche occulte, reputate di antica sapienza. Nello stesso tempo si delinea l'immagine nazionale dell'affascinante e misteriosa cultura dell'Egitto, arricchita di contributi da altri Paesi (Grecia, Israele), che aggiungono un particolare contrasto con l'antico. Le storie divulgate dall'egittologo inglese F. L. Griffith sono ordinate in ciclo, secondo un gusto innato alla narrativa egizia dalle epoche più alte, e riferiscono episodi in cui i protagonisti si avvicendano intorno a Khamuase. Tali le sventure dello stregone Naneferkaptah, le malie della bella Tabubu, i prodigi del bambino Siosiri, i malefici dei potenti Etiopi. L'esperienza del più recente narratore si fa però sentire nella sistemazione di questa materia fantastica, con sovrapposizioni di intrecci e improvvisi colpi di scena, rappresentando il massimo livello di questo genere letterario egizio.