Pusterìa, val-

solco vallivo delle Alpi Orientali, allungato in direzione WE, con una lieve convessità rivolta a S, tra Bressanone (provincia di Bolzano) e Lienz (Austria). Dalla sella di Dobbiaco, che fa da spartiacque tra i bacini dell'Adige e del Danubio, scendono a W il fiume Rienza, affluente dell'Isarco, e a E la Drava, affluente del Danubio. La regione valliva, che per circa due terzi si trova in territorio italiano e per un terzo in territorio austriaco, costituisce il confine naturale tra le Alpi Aurine e Pusteresi a N e le Dolomiti e le Alpi Carniche a S. Rappresenta inoltre un'ottima via di comunicazione fra il Tirolo Orientale e l'Alto Adige; a N è chiusa da elevati rilievi montuosi, mentre a S le comunicazioni con il Cadore e con l'Ampezzano sono facilitate da alcune valli trasversali. Nella val Pusteria sboccano parecchie valli, fra le quali: da N, quelle di Valles (in tedesco Valser Tal), di Fundres (in tedesco Pfunderer Tal), di Tures (in tedesco Tauferer Tal), di Anterselva (in tedesco Antholzer Tal), di Casies; da S, le valli Badia, di Braies (in tedesco Pragser Tal), di Landro e di Sesto (in tedesco Sextental). L'economia è basata sulle attività agricole e silvo-pastorali e in misura sempre crescente sul movimento turistico. I centri principali sono Rio di Pusteria, Brunico (capoluogo storico della parte occidentale della valle, ora italiana), Valdaora, Monguelfo, Villabassa, Dobbiaco, San Candido e in territorio austriaco Sillian e Lienz, tutti situati nel fondovalle. In tedesco Pustertal. § In epoca romana appartenne al Norico. Fu poi donata dall'imperatore Enrico IV ai vescovi di Bressanone (1091) che la concessero in feudo prima ai conti di Andeches, poi ai conti di Tirolo. Dopo l'invasione napoleonica passò al Regno di Baviera (1810). Fu riunita all'Italia nel 1918.

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