Poliuto
(Polyeucte). Tragedia cristiana di Pierre Corneille. Ambientata a Melitene, in Armenia, all'epoca dell'imperatore Decio (sec. III), narra la vicenda di Poliuto, signore armeno, a cui il governatore romano Felice ha dato in sposa la figlia Paolina, innamorata a sua volta di un cavaliere romano, Severo. Quest'ultimo, già creduto morto nella guerra contro i Parti, torna invece trionfante e sta per ricevere i sacrifici e gli onori tributati al vincitore. Nel corso del sacrificio Poliuto, che nel frattempo si è convertito al cristianesimo, rovescia l'ara pagana e si prepara ad accettare il martirio come punizione al suo gesto. Anche Paolina dinanzi alla fede e alla fermezza dello sposo, che pur confessandole il suo grandissimo amore non transige con la fede, è toccata dalla grazia e si converte come si convertirà Felice che comprende di essere stato fino allora nell'errore. Il martirio di Poliuto diventa testimonianza purissima della potenza della fede cristiana. La tragedia di Corneille costituisce indubbiamente l'espressione più alta della sua poesia su un tema di profondi valori spirituali. La tragedia è stata rappresentata per la prima volta al Théatre du Marais di Parigi nel 1642. È rimasta nel repertorio della Comédie-Française e ha avuto interpreti illustri quali Talma, Mounet-Sully e, più recentemente, Henri Rollan. In Italia ha avuto una certa fortuna nel Settecento ed è stata ripresa nel 1946 a Roma a cura dell'Istituto del dramma sacro. Dalla tragedia di Corneille, S. Cammarano ha tratto il libretto dell'opera omonima di G. Donizetti, rappresentata a Parigi nel 1840 con testo tradotto e rimaneggiato da A. E. Scribe. All'opera di Corneille si è ispirato anche il musicista C. Gounod.