Maratta o Maratti, Carlo
pittore italiano (Camerano, Ancona, 1625-Roma 1713). Fu allievo di A. Sacchi, ma la sua cultura artistica si formò sugli esempi dei bolognesi, in particolare Lanfranco e Guercino (Natività, Roma, S. Giuseppe dei Falegnami; affreschi in S. Isidoro Agricola; S. Francesca Romana, Ascoli, Pinacoteca) e su quelli cinquecenteschi di Raffaello e Correggio (Sacra famiglia, Roma, Pinacoteca Capitolina). Tale cultura eclettica non sfociò tuttavia in esiti manieristici, né in un accademismo inerte, bensì in un sostenuto classicismo il cui carattere “barocco” venne accentuandosi a contatto con l'opera del Baciccia e di C. Ferri (Madonna in gloria, 1686, Roma, S. Maria del Popolo; affreschi di palazzo Altieri, a Roma, e in villa Falconieri, a Frascati). Il clima precocemente arcadico dei soggetti mitologici, il colorismo delicato delle opere tarde, il naturalismo dei ritratti (Autoritratto, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts; Cleopatra, Roma, palazzo Venezia) spiegano perché Maratta ebbe una così grande influenza sui settecentisti e per quale via le formule veneto-emiliane furono trasmesse alla pittura rococò.