Lòcri
Indicecomune in provincia di Reggio di Calabria (99 km), 7 m s.m., 25,62 km², 12.997 ab. (locresi), patrono: Immacolata Concezione (8 dicembre).
Cittadina della costa ionica, situata tra le foci delle fiumare Gerace e Novito. L'attuale centro si sviluppò, con il nome di Gerace Marina, solo alla fine dell'Ottocento, in seguito all'apertura della linea ferroviaria Taranto-Reggio. Assunse l'attuale denominazione nel 1934. È sede vescovile.§ Nel palazzo Candida è ospitata la Collezione “Scaglione”, che comprende reperti provenienti dall'area archeologica di Locri Epizefiri; nel territorio locrese si trovano diversi resti di torri costiere medievali e cinquecentesche.§ Gran parte del territorio è ricoperto da oliveti; nelle aree pianeggianti predominano gli agrumi e le viti. L'industria è presente nei settori alimentare, edile, della refrigerazione e della lavorazione del legno e della ceramica. Assai sviluppato è il turismo, favorito dalle moderne strutture balneari, dal patrimonio archeologico di Locri Epizefiri e dagli stabilimenti termali (Terme Acque Sante Locresi, alimentate da acque salsoiodico-solfato-alcaline).§ A pochi km a SW dell'abitato si estendono i resti di Locri Epizefiri. Fondata da coloni provenienti dalla Locride all'inizio del sec. VII a. C., raggiunse la massima prosperità nei primi decenni del sec. V, quando fondò le colonie di Hipponion e Medma. Alleata di Siracusa durante la spedizione ateniese in Sicilia, contese a Crotone e a Reggio la supremazia della regione. Dionisio II, espulso da Siracusa, vi si rifugiò nel 352 a. C., impadronendosi del potere, ma venne spodestato nel 346. La città iniziò il suo declino con l'affermarsi dei Bruzi. Spogliata da Pirro (280 a. C.) dei tesori del santuario di Persefone, si diede ai Romani nel 275 e ai Cartaginesi nel 208. Riconquistata da Roma nel 205, ebbe sempre meno importanza finché, nel sec. VII, attaccata dai Saraceni e ridottasi a piccolo borgo, venne abbandonata dai suoi abitanti che si rifugiarono a Gerace.