Gerace
Indicecomune in provincia di Reggio di Calabria (109 km), 500 m s.m., 28,57 km², 2973 ab. (geracesi), patrono: sant’ Antonio del Castello (23 agosto).
Generalità
Centro situato in posizione panoramica su una rupe tabulare tra le valli delle fiumare Gerace e Novito; è compreso nel Parco Nazionale dell'Aspromonte. L'abitato è caratterizzato dalla presenza di cinque quartieri distinti, ma tra loro comunicanti (Borgo, Borghetto, Città e Castello), una struttura urbana consolidatasi al tempo dei Normanni e degli Svevi.
Storia
Fu fondato verso il sec. IX da profughi locresi, costretti a lasciare la loro terra minacciata dalle incursioni saracene. È ricordato nell'alto Medioevo con il nome di Hagia Kyriaké, trasformato poi in Hieraki (dal bizantino hiérakion, “falco”, il rapace che vive sulle rupi). Nonostante la posizione elevata favorevole alla difesa, fu più volte preso e saccheggiato dai Saraceni, che nel 952 vi inflissero una dura sconfitta ai Bizantini. Sotto i Normanni fu teatro di molti fatti d'arme: è famoso quello tra il conte Ruggero e il duca Roberto, che, dopo essersi contesi lungamente il dominio della Calabria, si incontrarono nel 1062 sulla piazza della città e deposero le armi, suggellando così la pace tra i Normanni. Infeudato nel 1348 al gran camerlengo Enrico Caracciolo, passò in seguito a numerosi feudatari, tra cui i Grimaldi di Genova, che lo tennero dal 1574 al 1806 (dal 1609 con il titolo di principi). Per oltre mille anni, fino al 1950, fu sede vescovile.
Arte
Nonostante i ripetuti terremoti, che distrussero gran parte delle costruzioni bizantine e normanne, il centro storico conserva una suggestiva impronta medievale. Del complesso sistema di fortificazioni normanne sussistono ampi resti, come anche del grandioso castello, risalente al sec. X, che sovrasta l'abitato. Tra le circa venti chiese superstiti spicca la cattedrale dell'Assunta, la più vasta chiesa medievale della Calabria, di fondazione bizantino-normanna (1045), rimaneggiata in epoca sveva e dopo il terremoto del 1783: si presenta con una struttura a croce latina a tre navate divise da quattro pilastri e da venti colonne monolitiche, diverse l'una dall'altra, probabilmente provenienti dai monumenti saccheggiati della Locri greco-romana; di grande interesse sono la cripta, vera chiesa inferiore d'impianto bizantino, e i preziosi oggetti che costituiscono il tesoro. Al periodo gotico risale la grande chiesa di San Francesco, che conserva nel fianco un portale ogivale con decorazioni di stile arabo-normanno. All'interno si trovano un bell'altare barocco in marmo intarsiato (1664) e il sepolcro marmoreo di Nicola Ruffo (morto nel 1372), eseguito da un seguace di Tino di Camaino. Vicino alla chiesa di San Francesco sorge la chiesetta abbandonata di San Giovannello, di origine bizantina (sec. XI), costituita da un'aula rettangolare con abside centrale e nicchie ai lati.
Economia
La risorsa economica principale è il turismo, ma è assai praticata anche l'agricoltura (olive, uva e agrumi), cui sono legate attività di trasformazione di carattere artigianale, come frantoi oleari e aziende vinicole (greco di Gerace DOC e mantonico). Il paese è noto per l'artigianato dei tessuti, eseguiti con telai manuali, e della ceramica, la cui lavorazione, di antica tradizione, può essere considerata la continuazione di quella locrese ed è praticata in abitazioni scavate nella roccia.
Curiosità
In agosto si tiene il Festival Musicarchitettura, manifestazione di crescente risonanza internazionale, in cui si svolgono incontri dedicati all'architettura e concerti.