Léga, Silvèstro

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pittore italiano (Modigliana, Forlì, 1826-Firenze 1895). Con Fattori e Signorini è il massimo rappresentante dei macchiaioli toscani. La sua educazione artistica si compì a Firenze, dapprima con Bezzuoli, poi con Mussini, i cui insegnamenti di impronta purista lo indussero in un primo tempo a una pittura storica e religiosa di tipo accademico. L'assiduità al Caffè Michelangelo e l'incontro con S. De Tivoli e S. Altamura (che a Parigi avevano conosciuto i paesisti della Scuola di Barbizon) determinarono poi la sua evoluzione verso la pittura dei macchiaioli. Già realistica e nuova nella scelta del tema è l'Imboscata dei bersaglieri italiani (collezione privata) del 1861. Nello stesso anno, il pittore aprì a Pergentina, presso Firenze, uno studio che divenne il luogo d'incontro di alcuni macchiaioli come Abbati, Sernesi, Signorini. Qui l'artista dipinse paesaggi caratterizzati dall'esaltazione lirica dei valori coloristici, dove le impressioni della luce sono filtrate in una forma asciutta, dalla linea sobria e purissima; gli stessi accenti risaltano anche nella descrizione di episodi della vita borghese e di affetti familiari (Il canto dello stornello, Firenze, collezione privata; La visita, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; Il pergolato, Milano, Brera ). Dopo il 1870 la sua pittura si fece sintetica e robusta, il colore più vivo, con una drammaticità fino ad allora insospettata (La scellerata, Livorno, collezione privata; La popolana, Milano, collezione privata; La signora Bandini, Livorno, collezione privata).

Bibliografia

M. Valsecchi, Silvestro Lega, Milano, 1953; M. Giardelli, Silvestro Lega, Milano, 1965; G. Matteucci, Silvestro Lega, Firenze, 1987.

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