Irudìnei
sm. pl. [dal latino hirūdo-ínis, sanguisuga]. Sottoclasse (Hirudinea) di Anellidi comunemente noti come sanguisughe, costituita da oltre cinquecento specie, primitivamente di acque dolci, ma diffuse anche in acque salate e, alcune, sulla terraferma, tropicali molto umide. Il corpo, di colori svariati e talvolta vivaci, di solito appiattito dorso-ventralmente, ha dimensioni comprese fra uno e trenta centimetri e presenta due ventose terminali, di cui l'anteriore solitamente è più piccola e spesso circonda la bocca. Il corpo è suddiviso in trentaquattro metameri ma esternamente appare costituito da un gran numero di anelli di formazione secondaria. Sono privi di setole. Come gli Oligocheti presentano un clitello, negli Irudinei formato sempre dai segmenti nono, decimo e undicesimo. Fra gli strati muscolari longitudinale e circolare presentano uno strato di muscolatura obliqua e il corpo è attraversato dorso-ventralmente da ulteriori fasci muscolari. La muscolatura delle ventose è disposta in fasci concentrici. La complessa muscolatura permette agli Irudinei estreme variazioni di forma, da molto accorciata e cilindrica a molto allungata e appiattita. Nel movimento a contatto con il substrato gli Irudinei compiono passi successivi aderendo con le ventose; nel nuoto, appiattiscono il corpo dorso-ventralmente e compiono movimenti ondulatori. Il celoma degli Irudinei è scomparso e la cavità celomatica è quasi completamente invasa da parenchima, ma resta un sistema di seni e canali, talvolta complesso, che funziona come sistema circolatorio accessorio, o come unico sistema circolatorio (emovascolare) nelle forme in cui il sistema ematico è scomparso. La respirazione, tranne in alcune forme provviste di branchie, avviene per mezzo della superficie del corpo. In alcuni Irudinei il trasporto dell'ossigeno è facilitato da emoglobina. La bocca, in genere contenuta nella ventosa anteriore, può essere provvista di proboscide o di lamine taglienti (mascelle) o semplicemente di creste muscolari, ed è seguita da un breve faringe muscoloso, circondato da numerose ghiandole salivari che, nelle forme ematofaghe cernono una sostanza anticoagulante (irudina). In alcune specie secreti istolitici e anestetici sono pure probabilmente emessi con la saliva. Un breve esofago conduce in un lungo stomaco. Il breve intestino sbocca dorsalmente nella ventosa posteriore. Lungo tutto il canale digerente sono presenti diverticoli a volte molto ramificati, in cui si accumula l'alimento; in questo modo la digestione può proseguire anche per parecchi mesi, consentendo all'animale di sopravvivere fra i vari pasti, che sono spesso abbondanti ma infrequenti. Le sanguisughe sono in gran parte parassite ma molte sono predatrici di invertebrati e alcune si pongono a livelli intermedi fra l'una e l'altra modalità di nutrizione. Molti Irudinei sono parassiti di Vertebrati e tutte le classi di questi ne possono ospitare. Alcuni Irudinei estivano nel fango delle pozze o dei fiumi prosciugati giungendo a perdere fino al 90% del peso corporeo. La resistenza al digiuno arriva, negli ectoparassiti, a parecchi mesi. Il sistema escretore è di tipo nefridiale trasformato, con nefrostomi che si aprono in capsule chiuse. Nelle specie terricole l'urina dei nefridi che si aprono in posizioni estreme mantiene umide le ventose, garantendone l'adesione. Il sistema nervoso presenta lo schema tipico degli Anellidi, con una massa cerebrale anteriore, un cingolo periesofageo e due cordoni ventrali con coppie di gangli fusi in ciascun segmento. Cellule sensorie di varia natura e cellule fotorecettrici sono sparse su tutta l'epidermide; da due a dieci occhi si trovano in genere nella regione anteriore del corpo. Gli Irudinei non presentano riproduzione asessuata né capacità rigenerative. Sono tutti ermafroditi, con due ovari e molte paia di testicoli e praticano la fecondazione incrociata, generalmente a ciclo annuale. Alcuni producono spermatofore, altri trasmettono lo sperma al partner per mezzo di un pene, o attraverso le vie genitali o per via ipodermica. Il clitello forma un bozzolo di muco nel quale sono riversate da uno a molte uova, poi abbandonate o, talvolta, incubate dal genitore. Gli Irudinei possono essere suddivisi negli ordini Rincobdellidi e Arincobdellidi.