Gregòrio di Nazianzo
santo, teologo, dottore e padre della Chiesa (Nazianzo, Cappadocia, ca. 329-ca. 390). Condiscepolo di San Basilio, studiò a Cesarea e ad Atene, dove venne educato a un'eleganza letteraria in gran parte influenzata dai classici. Ordinato sacerdote intorno al 362 alternò le cure pastorali con periodi di isolamento, finché, eletto vescovo e chiamato alla difficile sede di Costantinopoli (379), guidò la comunità ortodossa contro gli ariani. La sconfitta definitiva di questi ultimi non impedì gelosie e recriminazioni, tanto che Gregorio lasciò il seggio e si ritirò a vita ascetica e di studio a Nazianzo, quindi ad Arianzo. La sua produzione letteraria fu immensa: 45 orazioni, tra cui celebri l'Apologia della sua fuga, Sull'amore per i poveri, l'Elogio funebre di Basilio e le 2 contro Giuliano l'Apostata; 245 lettere, scritte secondo i dettami di un asianesimo moderato; opere dogmatiche, tra cui primeggiano i 5 discorsi teologici, tenuti a Costantinopoli in difesa dell'ortodossia, sulla Trinità e sull'umanità di Cristo secondo i dettami del Concilio di Nicea; composizioni poetiche per ca. 17.000 versi, di contenuto morale e dogmatico (le migliori sono per altro quelle di interesse personale, come per esempio una lunga autobiografia). Gregorio rivela in esse una vasta conoscenza dell'antica letteratura greca, soprattutto filosofica. Si sente in lui l'influsso della retorica, ma anche lo slancio genuino di un'oratoria vibrante, di una mente penetrante e di un animo sensibile. Festa il 9 maggio nella Chiesa latina; il 19 o 25 gennaio in quella greca.