Gassman, Vittòrio
IndiceGli esordi
(vero cognome Gasmann), attore e regista teatrale e cinematografico italiano (Genova 1922-Roma 2000). Diplomato all'Accademia d'Arte drammatica, ha debuttato in teatro nel 1943 con La nemica di Nicodemi ed è stato subito primo attore, affrontando ben presto, spesso anche come regista, i personaggi del grande repertorio, da Romeo a Oreste, da Troilo a Peer Gynt, da Amleto a Tieste, da Edipo a Otello, e novità di un certo impegno come Il giocatore di U. Betti, Kean di J.-P. Sartre, I tromboni di F. Zardi, ecc. Nel 1959 ha recitato l'Adelchi sotto un tendone, tentando la strada di un teatro popolare italiano, che però ha avuto breve durata.
La carriera cinematografica
Pur senza abbandonare il palcoscenico, in seguito, si è dedicato soprattutto alla carriera cinematografica, sulla scia di un successo iniziato clamorosamente nel 1949 con Riso amaro, di G. De Santis. Impegnato sino allora, in Italia e a Hollywood, in ruoli cinematografici atletici e di seducenti vilains, dopo il trionfo ottenuto con I soliti ignoti (1958), sotto la regia di Monicelli, si è rivelato un attore comico, acquistando in breve vastissima popolarità, con buoni prodotti di consumo come La grande guerra (1959), Il sorpasso (1962), I mostri (1963), L'armata Brancaleone (1966). Per lo schermo, Gassman è stato anche regista di Kean (1957), L'alibi (1969) e Senza famiglia (1972) e ha interpretato C'eravamo tanto amati (1974), Profumo di donna (1974), Anima persa (1977), Caro papà (1979), La famiglia (1987), Lo zio indegno (1989), Tolgo il disturbo (1990). In Italia e all'estero si è fatto apprezzare, inoltre, in Un matrimonio (1978) di Altman, La tempesta (1982) di Mazursky, Benvenuta (1983) di Delvaux, La vita è un romanzo (1983) di Resnais. Ha lavorato, successivamente, in Il lungo inverno (1991) di J. Camino, in Sleepers (1996) di B. Levinson, regalando una splendida caratterizzazione del vecchio mafioso King Benny, in La cena (1998) di E. Scola e ha prestato la voce al leone Mafasa nella versione italiana di Il re Leone (1994), lungometraggio della Disney.
L'impegno a teatro
Contemporaneamente ha intensificato l'impegno in teatro, al quale ha dato negli anni Ottanta grandi interpretazioni tra cui Macbeth (1984) di Shakespeare; Affabulazione (1984) di Pasolini; Poesia, la vita (1987), fino alla messa in scena, nel 1992, di Moby Dick, libero adattamento da Melville di cui ha curato anche l'allestimento e la regia. Nel 1993 ha presentato Significar per verba, l'anno successivo il recital Memorie e, in occasione del 37° Festival di Spoleto, Camper, sorta di autobiografia centrata sui rapporti con i figli, scritta e diretta da lui. Nel 1996 ha partecipato alla rassegna Città spettacolo di Benevento con un recital di poesie, Parole fedeli e infedeli, e ha realizzato per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Anima e corpo, vero e proprio talk show con cui ha dato l'addio al teatro. Accanto a varie apparizioni televisive, ha coltivato anche una sua attività letteraria, pubblicando sia volumi autobiografici come Un grande avvenire dietro le spalle (1981) e Memorie del sottoscala (1990), sia opere come Ulisse e la balena bianca (1992), Mal di parole (1992) e Lettere d'amore sulla bellezza (1996) con G. Savi. Nel 1996 gli è stato assegnato il Leone d'Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.