Macbeth
IndiceStoria
Re di Scozia (m. Lumphanan 1057). Conte di Moray, nel 1040 uccise Duncan e si proclamò re. Siward, conte della Northumbria, tentò di detronizzarlo in favore del futuro Malcolm III il quale, dopo essersi impadronito nel 1054 della parte meridionale della Scozia, sconfisse e uccise Macbeth.
Macbeth. EllenTerry nel ruolo di Lady Macbeth in un ritratto di J. S. Sargent (Londra, Tate Gallery).
Londra, Tate Gallery
Macbeth. Charles Kean nel ruolo di Macbeth e la moglie in quello di Lady Macbeth (Londra, Victoria and Albert Museum).
Londra, Victoria and Albert Museum
Macbeth. Laurence Olivier nel ruolo di Macbeth nel 1955 (Stratford-Upon-Avon, Shakespeare Centre Library).
Stratford-Upon-Avon, Shakespeare Centre Library
Spettacolo
La figura del re scozzese ha ispirato W. Shakespeare che nell'omonima tragedia in cinque atti (scritta nel 1605-06 ca. e pubblicata nell'in folio del 1623) l'ha resa universalmente famosa. Sullo sfondo di una tenebrosa Scozia medievale, tentato dalla profezia di tre streghe e istigato dalla moglie, Macbeth compie il più terribile dei delitti assassinando nel sonno il re Duncan, suo ospite, per usurparne il trono. Ciò lo costringe a un'inarrestabile catena di delitti, in cui si compie la disgregazione umana e morale di Macbeth, perseguitato da visioni, apparizioni spettrali e rimorsi fino a perdere il sonno, mentre Lady Macbeth, sconvolta dagli avvenimenti, perde la ragione. Sostenuto dalle sibilline profezie delle streghe – rappresentanti la presenza concreta del Male – Macbeth si crede invulnerabile, ma va incontro alla vendetta degli uomini e del cielo, finendo ucciso nel suo castello da Macduff, che ristabilisce così l'ordine violato. Tragedia dell'ambizione e del rimorso, concepita forse per una rappresentazione a corte e per compiacere il nuovo sovrano Giacomo I Stuart, già re di Scozia, è fra le più potenti espressioni del genio di Shakespeare e tragedia tra le più unitarie e compatte. Enorme la sua fortuna scenica: dagli adattamenti di Davenant (1664) e di Ducis (1784) alle rielaborazioni successive, passando per tutta una serie di grandi interpreti (D. Garrick, J. P. Kemble, G. Macready, H. Irving, J. Gielgud, L. Olivier, P. Scofield in Inghilterra; E. Rossi, E. Zacconi, R. Ruggeri, R. Ricci, T. Buazzelli, G. Mauri in Italia; ecc.); dall'opera lirica in quattro atti (rappresentata a Firenze nel 1847 e a Parigi con modifiche e aggiunte nel 1865) che ne trasse Verdi, su libretto di F. M. Piave, rivelando una ricerca e un approfondimento drammatico senza precedenti nella sua produzione anteriore, e che va considerata tra le più interessanti del compositore, ai balletti, che nei secoli ne hanno variamente trasposto la vicenda (Le Picq, 1785; Galeotti, 1816; Henry, 1830; Pistoni, 1969; Vasilev, 1980), ai film che si sono limitati a trascrivere la tragedia (diretti da J. Emerson nel 1915, da O. Welles nel 1948 e da R. Polanski nel 1972) o che l'hanno trapiantata in situazioni diverse (Joe Macbeth, 1956, di K. Hughes tra gangster rivali; Il trono di sangue, 1957, di A. Kurosawa, in uno stilizzato Medioevo nipponico).