(Kraków). Capoluogo del voivodato di Małopolskie (Polonia), 220 m s.m., 757.957 ab. (stima 2004).

Generalità

"Per la pianta della città vedi il lemma del 7° volume." "La pianta della città è a pag. 378 del 7° volume." È situata sul fiume Vistola, all'incrocio di importanti direttrici di traffico tra l'Europa meridionale e il Mar Baltico e tra l'Europa occidentale e il Mar Nero. Il centro storico, ai piedi della collina di Wawel e sulla sinistra del fiume, si sviluppa attorno alla bella piazza del Mercato. Lo sviluppo moderno della città data dall'inizio del sec. XX e si è intensificato dopo la costruzione, a partire dal 1949, dei grandiosi complessi siderurgici di Nowa Huta, i maggiori del Paese; situati a 10 km a E del centro urbano, hanno determinato in passato notevoli squilibri territoriali e pesanti fenomeni di degrado ambientale e inquinamento atmosferico. I quartieri residenziali si sono espansi “a macchia d'olio”, mentre un'altra area industriale si è formata lungo la linea ferroviaria per Tarnów (a ESE). Permane rilevante la funzione culturale della città, sede della famosa Università Jagielloński (fondata nel 1364), di un politecnico, di numerosi istituti superiori e di biblioteche. Vi insegnò e vi occupò dal 1964 la cattedra arcivescovile Karol Wojtyła, diventato papa nel 1978 con il nome di Giovanni Paolo II. Vi nacquero l'antropologo Bronislaw Kasper Malinowski (1884-1942) e l'uomo di teatro Tadeusz Kantor (1915-1990). Nel 1978 il centro storico è stato incluso nel patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. In tedesco, Krakau.

Storia

Fondata, secondo la leggenda, da un mitico Krak (da cui il nome), fu sede di un insediamento slavo. In epoca medievale diventò vescovado e centro di transito e di commerci. Contesa tra gli aspiranti al trono polacco, venne considerata alla stregua di una capitale sino all'inizio del sec. XIII, quando divenne sede stabile del re di Polonia. Nel 1241 fu devastata dall'invasione tartara; risorta nel sec. XIV grazie a una forte immigrazione tedesca e anche italiana, vi si moltiplicarono le iniziative commerciali. La città visse il periodo di maggior splendore sotto il regno di Casimiro il Grande, che nel 1364 vi fondò un'università. Il trasferimento (1596), per motivi politico-strategici, della capitale a Varsavia, diede inizio alla decadenza di Cracovia, poi spesso coinvolta nelle guerre. Ridotta a un piccolo centro, nel 1794 fu teatro dell'insurrezione di Kościuszko, passando all'Austria l'anno successivo con la terza spartizione della Polonia. Dichiarata città libera dal Congresso di Vienna (Repubblica di Cracovia), fu oggetto degli interessi delle potenze vicine. Nel 1831 fu occupata dai Russi e nel 1836 da truppe russe, austriache e prussiane. Nel 1846, in seguito al delinearsi di una nuova insurrezione nazionale, venne contesa tra Prussiani e Austriaci, ma in quello stesso anno fu nuovamente annessa all'Austria. Dopo il 1848-49 seguì le sorti del resto della Galizia e, ben amministrata dall'Austria, attraversò un periodo di notevole floridezza economica e culturale. All'inizio della prima guerra mondiale fu la culla del movimento nazionalistico di Piłsudski. Occupata dalle truppe tedesche nel settembre 1939, fu sede del governo dei territori polacchi occupati. Sotto il dominio nazista, la città subì gravi danni, perdendo la sua antica università e la sua folta comunità ebraica, avviata nel 1943 allo sterminio. Liberata dalle armate russe nel gennaio 1945, conobbe l'espulsione della comunità tedesca e divenne in seguito un importante polo commerciale e industriale.

Arte

Il nucleo originario della città medievale si formò sulla collina di Wawel. Alla fine del sec. X venne eretta la prima chiesa preromanica in pietra, la rotonda dei SS. Felice e Adautto, più tardi incorporata nel castello. Nella prima metà del sec. XI furono costruiti la cattedrale e il castello. Nel 1040 Cracovia diventò la capitale della Polonia e il borgo sorto sotto la collina di Wawel intorno alla piazza del Mercato si trasformò in città che, ricostruita nel 1257 su pianta regolare, fu circondata nel 1285 di mura e fortificazioni. Nel periodo gotico le forme architettoniche si uniformarono ai modelli dell'Europa centrale, soprattutto boemi, venne rifatta per la seconda volta la cattedrale (1320-64) e furono erette numerose chiese basilicali: Santa Caterina (1363-1426), la parrocchiale della Vergine Maria (seconda metà del sec. XIV), la chiesa del Corpus Domini (1340-1405) e la chiesa della Trinità. Tra gli edifici civili spiccano il Mercato dei Tessuti, nel mezzo della piazza del Mercato, e il complesso dell'università (Collegium Maius), fondata da Casimiro il Grande nel 1364. Nello stesso periodo le mura furono rafforzate con torri e vennero aperte le belle porte ancora esistenti. Nel sec. XVI, sotto Sigismondo I (1506-48) e sotto Sigismondo Augusto (1548-72), Cracovia fu il centro artistico più aperto alle novità del Rinascimento italiano. In un primo momento prevalsero gli artisti toscani: Francesco da Firenze e, dopo di lui, Bartolomeo Berecciricostruirono il castello romanico-gotico di Wawel (1502-36), realizzando il cortile a tre ordini e la sala dei Deputati (decorata con oltre 100 arazzi fiamminghi); lo stesso Berecci con un gruppo di collaboratori, tra cui Giovanni Cini di Siena, costruì e decorò la cappella Jagellonica nella cattedrale, a pianta centrale (1519-31), che contiene le tombe dei due Sigismondo. Dopo la metà del secolo, invece, prevalsero le maestranze lombarde e venete. Tra il 1530 e il 1573 Giovan Maria Padovano ricostruì il Mercato dei Tessuti coronandolo con un attico a volute che sarebbe divenuto elemento tipico dell'architettura polacca del secondo Cinquecento e del primo Seicento. Per il sec. XVII si ricordano la chiesa del Gesù, di tipo romano (1597-1619), e quella di S. Anna, del neopalladiano olandese Tylman a Gameren (1683-1707). Assai forti sono gli influssi italiani anche nel sec. XVIII, specie col romano Francesco Placidi, che vi diffuse un vivace gusto rococò (SS. Trinità, 1752-58; facciata della chiesa dei Piaristi, 1759-60). Dopo un periodo di relativa stasi, Cracovia tornò a essere il principale centro culturale e artistico della Polonia alla fine dell'Ottocento e nel primo Novecento, con l'adesione al movimento di rinnovamento antiaccademico dell'art nouveau (vetrate nella chiesa dei Francescani). Il Museo Czartoryskich, allocato nel palazzo omonimo, conserva antichità greche ed egiziane, ma soprattutto pittura e scultura dal sec. XIII al XVIII (Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci, Paesaggio con il buon samaritano di Rembrandt). Nel Museo dell'Università Jagielloński si trova una cospicua collezione di arte sacra, di argenteria, di strumenti scientifici del sec. XV e di mappamondi (globo d'oro del 1510). Il Museo Etnografico ha una sezione sulla cultura popolare e diversi presepi di grande pregio. La Casa Matejko accoglie opere e cimeli del prolifico pittore ottocentesco di quadri storici. Le Collezioni Statali d'Arte del castello di Wawel comprendono dipinti, mobili, arazzi francesi e fiamminghi, armi e armature, insegne regie. Il Museo di Archeologia è il più antico nel suo genere in Polonia (1859) e include reperti dall'era paleolitica a oggi e una collezione numismatica.

Economia

I giacimenti carboniferi della Slesia hanno favorito in passato il sorgere di un importante polo industriale, tra i maggiori del Paese, al cui centro è il vasto complesso siderurgico di Nowa Huta creato nel 1949. L'industria, che dopo il crollo del regime comunista ha subito una notevole ristrutturazione, costituisce tuttora uno dei pilastri dell'economia locale ed è attiva anche nei settori meccanico, elettrotecnico, chimico, tessile, dell'abbigliamento, alimentare, grafico, editoriale e dei materiali da costruzione. Nel 1998 è stata creata una zona speciale per attrarre investimenti stranieri e favorire lo sviluppo di imprese nel settore delle nuove tecnologie. Cracovia è tradizionalmente anche un attivo centro commerciale e meta di turismo. Aeroporto internazionale.

Curiosità

Dal 1998, tra giugno e luglio, si svolge il Festival della cultura ebraica, con un programma che prevede oltre 100 eventi musicali, teatrali, cinematografici, ma anche seminari di calligrafia e cucina.

J. K. Ostrowski (a cura di), Cracovia, Forlì, 1980; A. Gieysztor, Storia della Polonia, Milano, 1983.

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