Slèsia
IndiceGeneralità
regione storica dell'Europa centrale, politicamente divisa tra la Polonia, cui appartiene la porzione di gran lunga maggiore, e la Repubblica Ceca. Nelle sue grandi linee la Slesia corrisponde alla sezione superiore del bacino dell'Oder, ma comprende anche l'alto corso della Vistola con alcuni suoi rami sorgentiferi. In polacco, Śląsk; in ceco, Slezsko; in tedesco, Schlesien. § La Slesia polacca è suddivisa a sua volta in Alta Slesia o Slesia Superiore, comprendente i voivodati di Opolskie e Śląskie, e Bassa Slesia o Slesia Inferiore, coincidente con il voivodato di Dolnośląskie. È limitata a W dal fiume Neisse, a S dai Sudeti, a SE dai Beskidi Occidentali e a E dal Giura di Cracovia; a N il confine non è ben definito e la regione trapassa naturalmente nella Grande Polonia. La Slesia è quindi montuosa nelle sue sezioni meridionale e sudorientale, dolcemente ondulata e pianeggiante nel rimanente territorio. Il principale corso d'acqua è l'Oder, che la percorre interamente da SE a NW, raccogliendo le acque di numerosi affluenti, quali la Widawa e il Barycz da destra, la Nysa Kłodzka, la Śleża, la Bystrzyca e il Bóbr da sinistra. Il clima è di tipo semicontinentale, con inverni freddi, estati calde e precipitazioni copiose. Tra le città principali della Slesia polacca sono Breslavia, Katowice, Sosnowiec, Chorzów, Bytom, Gliwice, Zabrze, Legnica, Zielona Góra, Wałbrzych, Opole, Racibórz e Bielsko-Biała. § La Slesia ceca è notevolmente meno estesa, più montuosa (Sudeti e Beskidi), ed è attraversata dall'Oder e dai suoi affluenti, fra cui l'Opava e l'Olše (Olza). Il clima è caratterizzato da maggiori escursioni termiche annue e da precipitazioni più copiose. Le principali città sono Ostrava, Opava, Karviná e Frýdek-Místek.
Storia
Antico insediamento di popolazioni celtiche, dal sec. VI al X vi affluirono tribù slave che attorno al 1000 furono inserite, con il territorio, nella Polonia di Boleslao I. Smembrata dal nucleo centrale polacco alla morte di Boleslao I, la Slesia subì una progressiva germanizzazione conclusasi attorno al sec. XIII. Ne seguì una fase di espansione economica ancorché il territorio fosse grandemente smembrato, al punto che alla fine del sec. XIV la Slesia risultava suddivisa in diciotto principati. A metà del sec. XIV (Trattato di Vysehrad, 1335) fu incorporata nel regno di Boemia e tale collocazione fu riconfermata nel secolo successivo dopo un tentativo di annessione all'Ungheria. Le autonomie locali, feudali e cittadine, resistettero a lungo esprimendosi anche nella partecipazione al movimento hussita e alla Riforma, della quale la Slesia fu centro di diffusione verso l'Ungheria. Nel sec. XVII gli Slesiani appoggiarono la rivolta boema contro gli Asburgo e dopo la battaglia della Montagna Bianca furono ricondotti sotto il controllo della corona di Boemia. Pur essendo uno degli scenari della guerra dei Trent'anni (1618-48), la Slesia si riprese, sia pur con fatica, dai saccheggi delle incursioni dedicandosi allo sviluppo economico che assunse un notevole livello specie nel settore tessile (lino) nel secolo successivo, quando la regione fu al centro degli interessi e delle lotte dell'equilibrio europeo. Austria e Prussia si disputarono i suoi possessi e il successo arrise all'emergente stato prussiano. Federico II abolì i privilegi autoctoni e ridusse la regione alle strette dipendenze della ferrea macchina statale prussiana. Nel corso del sec. XIX, per via dello sfruttamento dei bacini carboniferi, la Slesia ebbe un'ulteriore esplosione economica, determinando aspre lotte sociali con l'introduzione delle nuove teorie marxiste. Terminata la prima guerra mondiale la zona sudorientale passò alla Cecoslovacchia, decisione cui si oppose vivacemente la Polonia rivendicando la zona abitata principalmente da polacchi. Il Trattato di Versailles (1920) dispose di affidare le sorti della Slesia a un plebiscito, tenuto nel marzo 1921, che sancì il successo dei tedeschi (60% dei voti) sui polacchi (40%). Ma l'esito del plebiscito fu respinto dai polacchi slesiani, i quali nel maggio dello stesso anno insorsero provocando l'intervento della Società delle Nazioni che nell'ottobre assegnò la zona mineraria della Slesia, modesta come territorio ma assai importante economicamente, alla Polonia. Nel 1938 la Germania occupò e annesse i Sudeti, mentre la Polonia dal canto suo si appropriava della Slesia orientale. L'anno dopo la Germania occupava militarmente la Cecoslovacchia, invadeva la Polonia e avviava un'intensa ricolonizzazione tedesca anche della Slesia. Gli Accordi di Potsdam del 1945, mentre confermavano l'appartenenza della Slesia alla Polonia, decretavano l'integrazione della Slesia orientale alla Cecoslovacchia.