Calènda, Antònio
regista italiano (Salerno, 1939). Fondò nel 1965 a Roma, con V. Gazzolo, il Teatro del Centouno dedicato soprattutto alla scoperta di nuovi testi italiani e stranieri. Negli anni Settanta ha diretto il Teatro Stabile dell'Aquila, rivelando attori quali L. Proietti e P. Degli Esposti e allestendo in prima nazionale opere di Moravia, Gombrowicz, Bond e molti altri. Nel 1973 ha diretto il film Il giorno del furore. In seguito ha firmato numerose regie con attori famosi, da G. Albertazzi (Enrico IV di Pirandello, 1981) a T. Ferro (Il sindaco del rione Sanità di E. De Filippo, 1987) e A. Proclemer (Giorni felici di Beckett, 1990; Danza di morte di Strindberg, 1992). A Calenda va il merito di aver riscoperto attori famosi dell'avanspettacolo, dai fratelli Maggio (Era 'na sera 'e maggio, 1983) a P. De Vico (Cinecittà, 1985). Di qualità è stata l'attività di Calenda negli altimi anni; fra le migliori regie teatrali ricordiamo Il medico dei pazzi (di Scarpetta, 1990); Tradimenti (di Pinter, 1991), L’onorevole, il poeta e la signora (di De Benedetti, 1993), Rosanero (di Cavosi, 1994), Il Visitatore (di Schmitts, 1996), Riccardo III (di Shakespeare, 1998), Re Lear (sempre di Shakespeare, 2004), Vita di Galileo (di Bertolt Brecht, 2007), Edipo Re (di Sofocle, 2009), Le Baccanti (di Euripide, 2012), Hedda Gabler /di Henrik Ibsen, 2013), Il piacere dell'onestà (di Luigi Pitrandello, 2016), Enrico IV (di Luigi Pirandello, 2020). È direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e svolge attività di regista radiofonico e televisivo.