Generalità

Stato (78.438 km²; 24.200.000 ab. secondo una stima del 1994; capitale Dispur) dell'India, nella sezione nordorientale del Paese, limitato dal Bhutan e dallo Stato indiano dell'Arunachal Pradesh a N, dagli Stati indiani del Nagaland e di Manipur a E, dallo Stato indiano di Mizoram a S, dallo Stato indiano del Bengala Occidentale, dal Bangladesh e dagli Stati indiani di Tripura e di Meghalaya a W "La cartina fisica è a pag.11 del 3° volume." . "Per la cartina geografica vedi il lemma del 2° volume." Nel cuore dello Stato si allunga la valle del Brahmaputra, detta anche dell'Assam; il fiume scorre in direzione NE-SW ricevendo le acque di numerosi affluenti sia di destra (Subansiri, Bhareli, Manas, Sankosh) sia di sinistra (Dibang, Buri, Disang, Jhanzi, Kopili). A S della valle del Brahmaputra il territorio si eleva nei monti dell'Assam o altopiano di Shillong (Barail Range, 1736 m). Raggiunti dal monsone estivo, i rilievi ricevono enormi quantità di precipitazioni, che nelle zone più elevate superano i 4000 mm annui. Ai terremoti che frequentemente interessano lo Stato si aggiungono così talora i disastrosi effetti delle inondazioni. La rilevante umidità favorisce lo sviluppo di dense foreste, in parte distrutte nel corso dei secoli allo scopo di ricavare spazi atti all'agricoltura. Quest'ultima rappresenta la principale risorsa dello Stato e impiega la quasi totalità della popolazione attiva; le colture sono soprattutto quella del riso, poi quelle del cotone, della canna da zucchero e della iuta; sulle prime pendici di rilievi si stendono vaste piantagioni di tè (oltre la metà della produzione nazionale) e di caffè. Notevoli sono le risorse minerarie, rappresentate dal carbone e dal petrolio (giacimenti di Digboi, Moran, Rudrasagar, Sibsagar, ecc.). Industrie principali sono quelle tessili (cotone), alimentari, petrolchimiche, della carta e della gomma. Gli abitanti sono di lingua assamese e bengali e per lo più di religione induista; solo il 5% vive nelle città, le più importanti delle quali, oltre alla capitale, sono Gauhati, Silchar, Dibrugarh, Tinsukia e Nowgong. Morfologia e vegetazione hanno consentito il sopravvivere di comunità isolate, che rappresentano veri e propri relitti etnici. Per una miglior rispondenza a queste complesse situazioni, nel 1969 era costituito all'interno dell'Assam lo Stato autonomo di Meghalaya; nel 1972 venivano istituiti i Territori (divenuti in seguito Stati) dell'Arunachal Pradesh e del Mizoram.

Storia

La regione deve il suo nome al popolo degli Ahom, che la conquistò progressivamente dal 1228 al 1638. In precedenza il medio e basso Assam (o Kāmarūpa) era stato sede di un regno hindū, di cui poco sappiamo, ed era poi rimasto qualche tempo sotto la dinastia bengalese dei Pala (ca. 765-1080). I musulmani tentarono a varie riprese, ma con scarso successo, di conquistarlo (1227; 1258; 1663; 1679). Il Regno degli Ahom decadde nel sec. XVIII e nel 1819 passò ai Birmani, che a loro volta dovettero cederlo alla Compagnia delle Indie Orientali, in base al Trattato di Yabado, a conclusione della I guerra birmana (1824-26). Nel 1838 entrò a far parte dei possedimenti inglesi e dal 1957 venne eretto a Stato dell'Unione Indiana.

Lingua

La lingua assamese è un idioma neoindoariano derivato, come l'oriya e il bengali, dal magadhi apabhraṃśa orientale, che ha subito notevoli influssi morfologici da parte delle lingue sinotibetane. La scrittura, derivata dall'antico alfabeto devanagari, si discosta poco da quella bengalese.

Letteratura

I primi documenti del la letteratura assamese sono costituiti dalla raccolta didattica buddhista dei Carya (sec. VIII-XII d. C.) e soprattutto dalle composizioni corali e favolistiche oja-pali (canto e controcanto), per la massima parte anonime e tramandate oralmente. Letterariamente più validi sono i numerosi rifacimenti delle massime epopee sanscrite, come la versione del Rāmāyana, genialmente reso in assamese da Mādhava Kandalī (sec. XIV), che ha lasciato anche eccellenti traduzioni di alcuni episodi del Mahābhārata. Il periodo aureo della letteratura assamese coincise nel sec. XVI con Śankaradeva, il mistico poeta-predicatore che introdusse in Assam le longanimi teorie viṣṇuite, basate sul messaggio d'amore del bhakti. Il capolavoro dell'ultracentenaria attività del maestro è raccolto nel florilegio devozionale Kirtan, a tutt'oggi l'opera più cara agli Assamesi. Dopo di lui la letteratura assamese entrò in una fase di decadenza, anche perché la regione venne smembrata e la sua lingua retrocessa dagli Inglesi a dialetto bengalese. Nel tardo Ottocento si ebbe una ripresa grazie al talento di Hemchandra Goswami (1872-1928) e di Lakshminath Bezbarua (1868-1938), che con altri scrittori fondarono una rivista letteraria, La lucciola, dove s'impegnarono a elaborare le ideologie d'oltreoceano alla luce della ricca tradizione locale. L'opera di questi difensori della lingua assamese, vessilliferi d'un nuovo rinascimento, e il riconoscimento dell'Assam come regione autonoma (1874), infusero nuovo vigore alla letteratura assamese, rappresentata oggi da firme valenti quali quelle della poetessa Nalinibala Devi e del poeta-prosatore Nabkanr Barua.

Per la geografia. S. Gananthan, Physical Environment and Human Responses in Assam, in “Indian Geographical Journal”, Madras, 1950; P. C. Goswami, The Economic Development of Assam, Bombay-New York, 1963; Autori Vari, The Gazetteer of India, New Delhi, 1964; O. H. K. Spate e A. T. A. Learmonth, India and Pakistan, Bungay, 1967; J. Zimmermann, C. Widmann, India, Milano, 1986. la storia. Edwardes, Storia dell'India dalle origini ai giorni nostri, Bari, 1966; J. Daniélon, Storia dell'India, Roma, 1988. la letteratura. Pisani e L. P. Mishra, Le letterature dell'India, Milano, 1970; R. Gnoli e L. P. Mishra, Storia della Letteratura Indiana, Milano, 1971.

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