bhakti
(sanscrito, fervente adorazione). Concezione religiosa indiana e forma di misticismo che si esprimono con un'esasperata devozione nei riguardi di una divinità. Ha dato luogo a importanti manifestazioni di bhakti, sfociate in veri e propri movimenti religiosi, il culto degli dei Śiva e Viṣṇu e del dio eroe Kṛṣṇa inteso come incarnazione di Viṣṇu. Sia per quel che concerne le azioni cultuali, spesso sostenute da pratiche estatiche, sia per quel che concerne la speculazione ispirata alla bhakti, l'intenso amore per un solo dio ha permesso di superare la tradizione politeistica indiana producendo formazioni religiose più vicine al monoteismo, anche se non propriamente monoteistiche. I Veda in genere non favorirono la via della bhakti e l'origine di questo movimento devozionale che sconvolse l'assetto religioso dell'India medievale è di conseguenza da ricercarsi nella cultura non-vedica dell'estremo sud, donde si ramificò grazie soprattutto all'apporto poetico dei mistici Āḷvār tamili. Nella successiva filosofia vedantica la bhakti viene concepita come mokṣa (causa suprema della liberazione). Notevole è nel Vedanta il concetto di “servizio reciproco” tra il supplicante e la divinità, così espresso per bocca di Kṛṣṇa nel Bhāgavadgītā (IV, 2): “Come il devoto si rivolge a me, così io lo servirò”. Il movimento della bhakti, indipendente da sette o fazioni religiose, fu la prima corrente religiosa indiana a opporsi al sistema delle caste.