(Hayastani Hanrapetut’yun). Stato dell'Asia sudoccidentale (29.743 km²). Capitale: Erewan. Divisione amministrativa: regioni (11). Popolazione: 2.972.700 ab. (stima 2018). Lingua: armeno (ufficiale), curdo, russo. Religione: ortodossi 92,8%, cattolici 0,5%, protestanti 1%, altri cristiani 0,3%, altri 4,3%. Unità monetaria: dram (100 luma). Indice di sviluppo umano: 0,755 (83° posto). Confini: Georgia (N), Azerbaigian (E e SE), Iran (S) e Turchia (W). Membro di: Consiglio d'Europa, CSI, EBRD, ONU, OSCE, osservatore OAS, UEE e WTO.

Generalità

Paese di tradizioni antichissime, compreso all'interno della vasta regione caucasica, l'Armenia (Hayastan, dal nome del mitico eroe fondatore Haykh) ha alle spalle una millenaria storia segnata da conflitti e invasioni, favorite nel tempo anche dagli esigui confini del territorio. Le controverse questioni politiche, etniche e religiose (gli armeni furono uno dei primi popoli a essere evangelizzati, a partire dal II sec. d. C., anche se al cristianesimo delle origini, religione di stato già nel 300 d. C., fecero seguito divergenze dottrinali e divisioni scismatiche a loro volta causa di notevoli contrasti) hanno provocato intensi flussi migratori e vere e proprie diaspore. A questi si sono aggiunti i cruenti massacri perpetrati nell'intera regione armena prima dagli Ottomani (1894-96), poi dai Giovani Turchi (1909; 1915-20): questo genocidio, parte fondamentale di quella che è passata alla storia come la questione armena, non è mai stato ammesso ufficialmente dal governo turco e continua a costituire un delicato tema sia a livello internazionale sia a livello dei rapporti tra i due Paesi interessati. A oggi si stima che gli armeni residenti in patria siano circa un terzo di quelli che vivono all'estero. Dopo il dissolvimento dell'impero sovietico, il Paese ha mantenuto legami di tipo economico-militare con l'ex grande potenza europea. Questo interscambio ha contribuito a incrinare i rapporti con le vicine repubbliche caucasiche, resi difficili anche a causa delle spinte autonomistiche di alcune province di confine come il Nagorno-Karabah. Da tempo il Paese è impegnato nel difficile cammino verso il raggiungimento di una stabilità politico-economica, caratterizzato nel corso degli ultimi decenni da tendenze di opposta natura come il drammatico crollo industriale degli anni Novanta del Novecento e la sorprendente ripresa economica di inizio millennio.

Lo Stato

Già repubblica federata nell'ambito dell'URSS, l'Armenia ha proclamato la sua indipendenza nel 1991. Nel 1995 è stata approvata mediante referendum una nuova Costituzione di tipo presidenziale, che prevede ampi poteri per il presidente delle Repubblica, eletto a suffragio universale diretto per cinque anni (e per non più di due volte). L'attività legislativa è svolta dall'Assemblea nazionale i cui membri sono pure eletti, per quattro anni, a suffragio universale. L'ordinamento giudiziario è basato sui principi del sistema europeo e conta tre gradi di giudizio; nel 1999 sono entrati in vigore i nuovi codici di procedura. È in vigore la pena di morte. Il servizio di leva, obbligatorio, dura 2 anni. Anche l'istruzione è obbligatoria e dura 9 anni. La scuola primaria generalmente ha inizio a 7 anni d'età e ha la durata di 4 anni. La scuola secondaria parte dagli 11 anni d'età e comprende un primo ciclo di 4 anni e un secondo di 2. L'istruzione superiore è impartita in diverse università e accademie. Il sistema educativo, basato fino alla metà degli anni Novanta del XX sec. sui programmi previsti dal sistema sovietico, ha subito dopo il raggiungimento dell'indipendenza una marcata riorganizzazione, ponendo al centro soprattutto la storia e le tradizioni culturali armene. Nonostante questi cambiamenti, gli effetti della passata influenza sono visibili nella diffusa alfabetizzazione del Paese (l'analfabetismo nel 2007 era pari allo 0,5%). L'attenzione riservata all'istruzione della popolazione è un tratto comune a tutte le repubbliche ex sovietiche: l'Armenia per quanto riguarda l'Asia, è nei Paesi di area caucasica quello in cui si registrano i valori più alti.

Territorio: geografia fisica

Il territorio, esteso sui rilievi del Piccolo Caucaso, è costituito da catene montuose alternate ad altopiani di formazione vulcanica; ha un'altitudine media di 1800 m s.m. e culmina a 4090 m s.m. nel monte Aragac. Numerose le fosse di sprofondamento, la più vasta delle quali è occupata dal lago Sevan. La rete idrografica, rappresentata da molteplici ma brevi corsi d'acqua, tributa al Mar Caspio tramite il Kura e l'Araks (Aras). Il clima è di tipo continentale, con forti escursioni annue e scarse precipitazioni (200-300 mm annui, con valori di 700 mm solo sui rilievi più elevati).

Territorio: geografia umana

L'Armenia appare densamente popolata con 99,95 ab./km²; circa un terzo degli abitanti vive nella capitale e più della metà si concentra nelle zone pianeggianti ai piedi del monte Ararat, in un raggio di circa 60 km da Erewan. Anche se la concentrazione urbana è piuttosto elevata (c. i tre quinti della popolazione) la rete urbana è piuttosto debole; i principali nuclei, dopo la capitale, sono Gyumri e Vanadzor. La composizione etnica del Paese comprende quasi esclusivamente armeni (98,1%) e minoranze di yazidi (1,2%), russi (0,4%), curdi (0,1%), assiri (0,1%) e altri (0,1%).

Territorio: ambiente

Vi predomina la steppa, nelle zone meno aride è ricoperto da foreste (conifere, querce, betulle) e da praterie. Le caratteristiche del suolo e le condizioni climatiche lo rendono adatto anche alla coltura del grano, diffuso fino ad alta quota. La crisi energetica verificatasi negli anni Novanta del Novecento ha causato una intensa deforestazione, a cui si sono aggiunti problemi di inquinamento delle acque a causa della diffusione di sostanze tossiche come il DDT. Inoltre, l'utilizzo intensivo del bacino del lago Sevan per la produzione di energia idroelettrica ha inciso notevolmente sulle riserve di acqua potabile. Le aree protette coprono il 8,2% del territorio. Nel Paese sono presenti due parchi nazionali e diverse riserve naturali.

Economia

Regione di montagna, tradizionalmente isolata e arretrata fino alla seconda guerra mondiale, l'Armenia ha vissuto nei decenni seguiti al conflitto uno sviluppo infrastrutturale che ha consentito l'avvio di un'economia moderna, largamente basata sull'industria e stimolata dagli intensi scambi commerciali con gli Stati federati dell'Unione Sovietica. Dopo il dissolvimento dell'URSS, l'economia del Paese ha mostrato tuttavia la sua debolezza interna rivelando la dipendenza dall'estero e i problemi derivanti dall'isolamento geografico. Ad aggravare la situazione, è intervenuto anche lo stato di belligeranza con l'Azerbaigian, sul doppio fronte del Naxiçivan e del Nagorno-Karabah e la critica situazione in Georgia, che hanno comportato alla fine degli anni Ottanta del Novecento l'interruzione del flusso commerciale E-O (il cui asse principale, che attraversava tutto il Paese, era percorso dalla ferrovia T'bilisi-Baku) causando il ridimensionamento di tutte le attività economiche (con cali dell'ordine del 10 % annuo). Nei primi anni Novanta, la sola produzione industriale ha subito un tracollo vertiginoso (con una riduzione di quasi il 60%) portando alla chiusura di molti degli stabilimenti industriali e alimentando un'emigrazione continua verso l'estero, in particolare verso la Russia, impoverendo il Paese anche dal punto di vista delle risorse umane. A partire dal 1992, per far fronte a questa congiuntura, il governo armeno ha intrapreso una serie di misure volte al risanamento del Paese, tra cui - primo tra i Paesi dell'ex Unione Sovietica - la privatizzazione di circa il 90% della superficie agricola, l'adozione di un sistema fiscale più efficace, una disciplina finanziaria adeguata alle trasformazioni in atto, unita a una maggiore regolamentazione del sistema bancario e, soprattutto, l'adesione a un sistema di commercio maggiormente regolato dal mercato. I risultati di questi provvedimenti nei vari settori hanno portato a risultati di differente intensità. In ambito agricolo si è, per esempio, raggiunta una relativa stabilizzazione, dopo il picco di crescita che era stato registrato nei primi anni della crisi in concomitanza con la recessione degli altri settori. Praticata in larga parte nei fondovalle, dove numerose opere idriche (di particolare rilevanza quelle lungo il fiume Razdan che collega il lago Sevan al fiume Araks) suppliscono alla povertà di precipitazioni, l'agricoltura annovera tra le colture principali cereali, frumento, barbabietole da zucchero, patate, tabacco, cotone, ortaggi, frutta e vite, utilizzata anche per la produzione di un distillato simile al cognac. L'allevamento riguarda invece bovini, ovini e caprini. Il settore industriale, supportato dall'afflusso di capitali stranieri, è attivo nei comparti chimico, tessile, meccanico e dei materiali edili con una preminenza accordata all'agroalimentare, che ha preso il posto prima occupato dalle industrie tecnologiche. Nel Paese si trovano anche giacimenti di oro, argento, ferro, rame, carbone, molibdeno e gas naturale. Il settore terziario è in crescita e contribuisce con una quota significativa alla formazione del PIL (12.441 ml $ USA), attraverso una modernizzazione crescente del sistema assicurativo e bancario e l'incremento del commercio al dettaglio e della ristorazione. Il turismo non è ancora sufficientemente sviluppato per concorrere in modo significativo alla ricchezza del Paese, nonostante le potenzialità offerte dalla tradizione culturale e dal territorio. In generale, nonostante sussistano ancora notevoli problemi di legalità (corruzione diffusa) e il sistema finanziario necessiti di interventi ancora più marcati rispetto alle politiche intraprese, tra il 2001 e il 2006 il PIL pro capite è cresciuto di 3 volte, e nel 2009 si aggirava intorno ai 2.668 $ USA, grazie anche agli investimenti stranieri che hanno segnato un forte incremento, e nel 2018 ha raggiunto i 4.149 $ USA; si mantiene tuttavia costante il peso delle rimesse economiche che provengono dagli armeni residenti all'estero. Gli scambi internazionali, tradizionalmente rivolti verso l'area caucasica, si svolgono oggi principalmente con Russia, Germania, Ucraina e USA.

Storia

Per quanto riguarda la storia più recente, con il dissolvimento dell'URSS l'Armenia, che costituiva una delle repubbliche dell'Unione, acquisiva la sua piena sovranità. Le elezioni del 1990, infatti, vedevano l'affermarsi, nel Soviet Supremo di Erewan, degli indipendentisti del Movimento nazionale armeno, i cui leader Levon Ter-Petrosyan e Vazuen Manukyan venivano eletti, in agosto, rispettivamente presidente e primo ministro. Nel 1991, l'indipendenza era sanzionata definitivamente, in accoglimento della volontà popolare espressa da un referendum, e l'Armenia entrava a far parte della CSI. Il nuovo Stato, tuttavia, ereditava i problemi non risolti all'interno della potenza sovietica e in particolar modo il conflitto, per quanto non ufficialmente dichiarato, che la vedeva opposta all'Azerbaigian in merito alla sovranità del Nagorno-Karabah, l'enclave armena in territorio azero che Stalin aveva voluto inserire nell'Azerbaigian nonostante vi prevalessero elementi armeni e cristiani. Il problema del Nagorno-Karabah era scoppiato già nel 1988 provocando numerosi e sanguinosi scontri che l'Armata Rossa non era riuscita a controllare. Con la nuova situazione riprendeva la spinta degli indipendentisti del Nagorno-Karabah, che riuscivano a conquistare buona parte della regione, mentre gli Armeni decidevano di occupare una striscia di territorio azero per creare un corridoio tra il Paese e l'enclave. La questione, comunque, aveva anche ripercussioni politiche interne all'Armenia perché il presidente Levon Ter-Petrosyan rifiutava di riconoscere l'autonomia e la sovranità del Nagorno-Karabah, sostenuta invece dal partito Dashnak, minoritario nel Paese, ma maggioritario nell'enclave. Lo scontro si risolveva con una prova di forza del Movimento nazionalista panarmeno HHSh (il partito del presidente) che metteva fuori legge (dicembre 1994) gli avversari, aprendosi la strada per le modifiche costituzionali (rafforzamento dei poteri presidenziali) e per l'elezione della nuova Assemblea nazionale nella quale lo HHSh conquistava 119 dei 190 seggi (luglio 1995). Il conflitto con gli Azeri, comunque, aveva nuove impennate nel corso dell'anno nonostante le varie tregue concordate e gli sforzi negoziali dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Le elezioni presidenziali svoltesi nel settembre 1996 riconfermavano Ter-Petrosyan alla guida del Paese. Intanto, il perdurare della lunga crisi diplomatica con l'Azerbaigian sul Nagorno-Karabah si rifletteva sulla politica interna, provocando una crisi istituzionale: le polemiche insorte all'indomani della firma di un accordo (ottobre 1997) fra i presidenti dei due Paesi, che prevedeva la concessione dell'autonomia alla regione, provocavano le dimissioni di Ter-Petrosyan (3 febbraio 1998), cui succedeva Robert Kotcharian. Le elezioni politiche del maggio 1999 decretavano la schiacciante vittoria del Blocco di Unità (41,2%), guidato dall'ex leader comunista Karen Demirchyan, mentre la carica di primo ministro veniva assunta da Vazgen Sargsyan. Nell'ottobre del 2000 un commando di terroristi (poi arrestati) faceva irruzione nella sede del Parlamento armeno, uccidendo dieci persone, tra cui il primo ministro Sargsyan e il presidente del Parlamento Demirchyan. A V. Sarkisyan subentrava il fratello Aram, che tuttavia, in seguito a un rimpasto di governo (maggio 2000), doveva lasciare l'incarico di primo ministro ad Andranik Markaryan. Nel 2001 papa Giovanni Paolo II visitava l'Armenia, riallacciando i rapporti con la Chiesa Apostolica Armena, interrotti dopo il Concilio di Calcedonia (451 d.C.). Le elezioni del 2003 riconfermavano il presidente e il governo precedenti. Nel 2005 il governo aboliva il divieto della doppia nazionalità, rendendo così possibile ottenere il passaporto armeno per milioni di armeni della diaspora. Nel marzo 2007 Markaryan moriva e il governo si dimetteva. In maggio si svolgevano le elezioni, vinte dal Partito repubblicano che occupava la maggioranza dei seggi parlamentari. Serž Sargsyan otteneva l'incarico di primo ministro. Nel febbraio 2008 si svolgevano le elezioni presidenziali, vinte dal primo ministro in carica e in aprile Tigran Sargsyan veniva nominato premier. Nel luglio 2009 i presidenti di Armenia e Azerbaigian si impegnavano per una risoluzione pacifica della questione del Nagorno-Karabakh, incontrandosi a Mosca con la mediazione del presidente russo D. Medvedev. In ottobre veniva firmato un accordo di normalizzazione con la Turchia dopo quasi un secolo di ostilità. Nel febbraio del 2013 il presidente Sargsyan veniva riconfermato con il 58,6 % delle preferenze. Nel 2015 veniva approvata una riforma costituzionale che trasferiva al premier gran parte delle prerogative del Presidente della Repubblica. Alle elezioni del 2017 si è imposto nuovamente il partito del presidente Sargsyan che otteneva il 49,2% dei voti. Nel marzo 2018 diventava presidente A. Sarhissian con l’appoggio del partito repubblicano, mentre il presidente uscente Sargsyan assumeve la carica di premier, subentrando a K. Karapetian. Il conferimento della carica di primo ministro a Sargsyan suscitava notevoli proteste nel paese, soprattutto in considerazione del fatto che la riforma costituzionale di tre anni prima aveva notevolmente ampliato i suoi poteri. Sargsyan decideva così di dimettersi dalla carica di premier, ricoperta dal maggio 2018 dal leader dell’opposizione N. Pashinyan. Per accelerare il processo di democratizzazione delle istituzioni repubblicane, nell’ottobre 2018 Pashinyan rassegnava le dimissioni e indiceva elezioni anticipate. Le consultazioni, avvenute nel dicembre 2018, vedevano il trionfo del premier uscente con il 70,4 % dei voti, mentre il partito repubblicano, al potere dal 1999 non superava la soglia di sbarramento.

 

Cultura

Le tradizioni artistico-culturali armene hanno origini antiche e nell'arco del tempo hanno trovato espressione in forme diverse. Per una trattazione relativa alla storia dell'arte, della letteratura e della musica armena, si rimanda al lemma Armenia, regione. Per quanto riguarda l'epoca contemporanea, il panorama culturale del Paese annovera diversi fenomeni e movimenti che, pur non disegnando un quadro unitario, rivelano comunque una particolare vitalità. Tra gli autori di origine armena, di cui molti residenti o vissuti all'estero, si segnalano lo scrittore Wiliam Soroyan (1908-1981) e il poeta e scrittore Peter Balakian (n. 1951) autore di diverse raccolte poetiche e del volume The Burning Tigris: The Armenian Genocide and America’s Response (2004). Anche il panorama musicale attuale è piuttosto vivo: tra i compositori si ricorda Aram Ilič Chačaturjan (1903-1978), autore anche dell'inno nazionale armeno; tra i musicisti folk, eredi moderni di un repertorio popolare sorprendentemente ampio e composito, si ricorda il più famoso artista armeno, Djivan Gasparian (n. 1928), maestro del duduk, uno strumento a fiato simile all'oboe, collaboratore di numerosi artisti europei e americani e autore di decine di brani per pellicole famose (come L’ultima tentazione di Cristo, del 1988, di Martin Scorsese o il più recente Syriana, del 2005, di Stephen Gaghan); tra gli interpreti contemporanei emergono la cantautrice Lilit Pipoyan (n. 1955) e il compositore per chitarra folk Vahan Artsruni (n. 1965). Tra i gruppi, la scena musicale è divisa tra l'Armenian Navy Band, la formazione jazz di dodici elementi di Arto Tuncboyaciyan (n. 1957) e i Time Report, attivi nella capitale; all'estero, riscuotono un buon successo anche i System of a Down, gruppo new metal formatosi a Los Angeles nel 1995. Tra i cantanti di fama mondiale, di origine armene, i più noti sono la celebre attrice e cantante Cher (n. 1946) e Charles Aznavour (1924-2018) e, in tempi più recenti Iveta Mukuchyan (n. 1986), divenuta famosa in seguito alla partecipazione all’Eurovision 2016. Si ricorda inoltre il pianista e compositore Tigran Hamasyan (n.1987), autore che mescola jazz americano, rock progessivo e sonorità derivate dalla musica tradizionale armena. Anche per quanto riguarda le nuove arti, l'Armenia ha espresso ottime prove: nel cinema, con le pellicole di Sergei Paradjanov (1924-1990), apprezzato cineasta punto di riferimento per numerosi autori, con le opere del regista armeno-canadese Atom Egoyan (n. 1960) e con le interpretazioni dell’attore Frunzyk Mkrtcyan (n.1930); nella fotografia, con Yousuf Karsh (1908-2002), divenuto famoso per un celebre scatto al premier britannico Winston Churchill. In Armenia sono inoltre presenti tre siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità UNESCO: i Monasteri di Haghpat e Sanahin (1996, 2000), la cattedrale e le chiese Echmiadzin, e il sito archeologico di Zvartnots (2000); il monastero di Geghard e Alta Valle di Azat (2000).

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