Altaj, culture dell'-
culture sviluppatesi nel territorio degli Altaj, sistema montuoso dell'Asia centrale. L'importanza delle culture siberiane nell'ampio quadro dell'arte centroasiatica, soprattutto per l'evoluzione delle correnti stilistiche (Scizia, Ordos) della raffigurazione animalistica, è risultata in tutta la sua evidenza dalle scoperte archeologiche scitiche. Le varie fasi culturali sviluppatesi dal 1200 al 300 a. C. nell'Altaj, da quella di Karasuk (da cui prendono consistenza le prime manifestazioni altaiche dell'arte delle steppe) a quella di Tagar che ne è la diretta continuazione (ricca di apporti nelle sue componenti scitiche e iraniche), culminano nella cultura di Pazyryk (300-100 a. C.). La presenza nella Siberia di tribù nomadi dette Sciti affini (a differenza di quelle degli Sciti reali, stanziate stabilmente dal sec. VII nelle regioni della Russia meridionale) sembra dovuta alle conseguenze della migrazione pontica, responsabile di vasti spostamenti delle masse scitoidi sia verso ovest sia verso est. La scoperta di tombe scitiche dei sec. VIII-VII nelle regioni siberiane risale al 1763. Ma un avvenimento archeologico di risonanza mondiale fu la scoperta fatta nel 1865 da N. V. Radlov a Katanda (località dell'Altaj meridionale) ove una ricca serie di tombe a tumulo con copertura lignea appariva perfettamente intatta, grazie allo strato di ghiaccio che si era formato tra le pietre tombali. A queste caratteristiche di naturale conservazione si devono altri ritrovamenti di grandi tumuli con il tipico terrapieno di pietra e cripta di legno, databili tra il sec. V e il IV. Oltre ai corpi dei defunti e ai cadaveri di cavalli sacrificati, queste sepolture hanno conservato un ricco arredo funebre decorato secondo lo stile animalistico proprio dell'arte degli Sciti. Il valore di questi ritrovamenti portò l'indagine a sconfinare oltre il terreno specifico per seguire e individuare le trasformazioni di alcuni elementi del repertorio figurativo dei nomadi assunte nell'arte vichinga, celtica e merovingia. I successivi ritrovamenti compiuti da S. I. Rudenko nelle grandi tombe della valle di Pazyryk hanno messo in luce una fase estrema dell'arte scitica nelle variazioni unno-sarmate, permeate da influssi cinesi, iranici ed ellenistici.