Agrigènto (città)
Indicecapoluogo del Libero consorzio Comunale omonimo, 230 m s.m., 244,57 km², 56.045 ab. secondo una stima del 2021 (agrigentini), patrono: san Gerlando di Agrigento (25 febbraio).
Generalità
Città della Sicilia situata presso la costa del canale di Sicilia, su due colli contigui, a dominio della Valle dei Templi, che accoglie la città antica. Sulla collina occidentale, dominato dal duomo, è il nucleo medievale, che corrisponde alla città fondata dagli Arabi e si sviluppa con vie strette, ripide e tortuose convergenti verso la via Atenea. Il moderno sviluppo urbanistico, sul versante rivolto al mare, subì una caotica accelerazione dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento, quando la città visse una massiccia e rapida urbanizzazione; nel 1966 una frana distrusse parte dell'abitato sul versante N della collina di Girgenti. Dal 1927 la città ha riacquistato il nome romano, abbandonando la denominazione di Girgenti, di origine araba. È sede arcivescovile. Nel 2025 la città è Capitale italiana della Cultura con una candidatura giudicata vincente in quanto "assume come centro del proprio dossier la relazione tra l’individuo, il prossimo e la natura coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i Comuni della provincia e ponendo come fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità". Il programma proposto ha intenzione di coinvolgere il pubblico non soltanto a livello nazionale, dunque, ma internazionale.
Storia
Colonia dorica (Akragas), fondata da Gela intorno al 580 a. C., fu fortificata dal tiranno Falaride all'inizio del sec. VI a. C. e acquistò importanza come piazzaforte con Terone, alleato di Gerone di Siracusa contro i Cartaginesi. Dopo la vittoria di Imera (480 a. C.), visse un'epoca di grande prosperità economica e splendore artistico: a tale periodo risale l'edificazione dei templi sul limite meridionale della collina. Nel sec. V a. C. la città si diede un ordinamento democratico, ma nel 406 a. C. fu assediata e distrutta dai Cartaginesi. Si risollevò con Timoleonte (sec. IV), che sconfisse Cartagine (340 a. C.) e promosse la ricostruzione della città secondo un nuovo piano urbanistico. Nel sec. III a. C., durante le guerre puniche, fu conquistata dai Romani (262 a. C. e poi definitivamente nel 210 a. C.) che la chiamarono Agrigentum. Conservò un certo benessere come emporio agricolo e commerciale in epoca imperiale, cominciando a decadere sotto il dominio bizantino. Nell'828 fu occupata dagli Arabi, che le conferirono il caratteristico assetto urbanistico di tradizione islamica e ne mutarono il nome in Gergent. Dopo la conquista da parte di Ruggero d'Altavilla (1087), fu centro di raccolta di tutti gli Arabi presenti in Sicilia, fino alla loro espulsione nel 1245 a opera Federico II. Nel sec. XIV fu possesso dei Chiaramonte, che la cinsero di mura, e dei Montaperto. Godette della protezione di Federico II d'Aragona, che le concesse le “consuetudini”, e di Federico III il Semplice, che la dotò di franchigia doganale. Conobbe una fase di decadenza e spopolamento tra i sec. XV e XVII, rifiorendo nel Settecento grazie all'opera del vescovo Lorenzo Gioeni. Fu elevata a capoluogo di provincia nel 1817. Nel corso della seconda guerra mondiale subì danni gravissimi e venne occupata dagli anglo-americani il 17 luglio 1943.
Arte
Nella parte medievale della città si trova la cattedrale, eretta nel sec. XI e molto rimaneggiata dal sec. XIV al sec. XVII. Notevoli sono il campanile quattrocentesco, incompiuto, con il balcone arabo-normanno; nella cappella di San Gerlando sono custoditi i resti dell'arca di San Gerlando, reliquiario argenteo del Seicento. Degne di nota sono la chiesa medievale di Santa Maria dei Greci, che incorpora un tempio dorico del sec. V a. C., e la chiesa duecentesca di Santo Spirito, rimaneggiata nel periodo barocco, con portale gotico e rosone. La chiesa romanico-gotica di San Nicola (sec. XIII), che custodisce il celebre sarcofago di Fedra (sec. II-III), domina la Valle dei Templi, in cui è lo straordinario complesso di templi dorici, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Del più antico, il tempio di Ercole (520 a. C.), restano otto colonne, di cui alcune sormontate da capitelli, e parti dell'altare. Al sec V a. C. risalgono le suggestive rovine del tempio di Giove Olimpico, eretto a ricordo della vittoria sui Cartaginesi a Imera, che fu tra i più grandi templi costruiti dai Greci. Fra il 450 e il 430 a. C. furono edificati, su robusti basamenti, il tempio di Giunone Lacinia e quello cosiddetto “della Concordia”, una delle migliori realizzazioni dell'architettura dorica e anche una delle meglio conservate; il tempio fu trasformato verso la fine del sec. VI nella basilica cristiana dei Santi Pietro e Paolo, e tale rimase fino al 1748, quando recuperò le forme primitive. Della fine del sec. V a. C. sono le quattro colonne, divenute il simbolo di Agrigento, del tempio dei Dioscuri, che faceva parte del complesso di edifici identificati con il santuario di Demetra e Kore. In epoca romana la struttura urbanistica della città antica rimase praticamente immutata, come si vede dagli isolati messi in luce nel quartiere ellenistico-romano e dagli edifici presso l'ekklesiasterion (un piccolo anfiteatro destinato alle assemblee politiche) e il “cosiddetto oratorio di Falaride”, tempietto ellenistico su alto podio. Numerosi sono i resti delle fortificazioni greche e delle necropoli, tra cui quella detta “Giambertoni” (sec. I-III), che comprende diverse tombe monumentali tra cui quella detta “di Terone”, costituita da due parti sovrapposte. È da segnalare, infine, il santuario rupestre di Demetra, il più antico edificio sacro della città, anteriore alla stessa colonizzazione greca.
Musei
Nella Valle dei Templi sorge il Museo Archeologico Regionale, con importantissimi reperti preistorici dell'agrigentino: collezioni di vasi e anfore, resti di sculture fittili e marmoree, tra cui il Guerriero con scudo, il celebre Efebo e la ricostruzione del telamone superstite del tempio di Giove Olimpico (tutti risalenti al sec. V a. C.). Interessante è inoltre la Sezione demo-etno-antropologica del Museo Civico di Santo Spirito, ubicato in città, che custodisce non solo oggetti della vita contadina, ma anche una collezione di farfalle, conchiglie e coleotteri, e dipinti dell'Ottocento che riproducono la Valle dei Templi.
Economia
Un tempo Agrigento fu soltanto un grosso centro rurale, mentre adesso è soprattutto una località turistica di fama internazionale per il suo eccezionale patrimonio archeologico. La frazione di San Leone, posta sul litorale, è una frequentata stazione di villeggiatura, grazie al clima assai mite. L'agricoltura, piuttosto marginale nell'economia locale, produce prevalentemente cereali, ortaggi, olive e frutta, soprattutto uva; sono presenti aziende florovivaistiche. Di un certo rilievo è la pesca. L'industria è attiva nei settori edile, alimentare, meccanico, dei materiali da costruzione, del mobile e degli imballaggi.
Curiosità e dintorni
Un importante appuntamento è l'annuale Sagra del Mandorlo in Fiore, che si svolge all'inizio di febbraio. Vi partecipano numerosi gruppi folcloristici nazionali e internazionali, che si esibiscono in canti e danze, dopo aver preso parte alla solenne cerimonia dell'accensione del Tripode dell'Amicizia davanti al tempio della Concordia. In contrada Caos sorge la casa dove nacque il drammaturgo e scrittore Luigi Pirandello (1867-1936), le cui ceneri sono custodite in un'urna, posta nel giardino ai piedi di un pino secolare, purtroppo danneggiato da un nubifragio. La dimora settecentesca, trasformata in museo, espone fotografie, lettere, cimeli, onorificenze, locandine di varie rappresentazioni teatrali e prime edizioni a stampa di opere pirandelliane. Al celebre scrittore sono dedicati la Settimana Pirandelliana (fine luglio-inizio agosto) e il Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani (dicembre). La città diede i natali, inoltre, al filosofo greco Empedocle (ca. 492- ca. 432 a. C.) e allo storico greco Filino (sec. III a. C.).
Bibliografia
Per la storia antica
A. Holm, Storia di Sicilia nell'antichità, Palermo, 1896 (ristampa, Roma, 1965); P. Marconi, Agrigento. Arte e topografia, Firenze, 1929.
Per la storia medievale e moderna
G. Picone, Memorie storiche agrigentine, Girgenti, 1866 (ristampa anastatica, Bologna, 1988); V. La Mantia, Antiche consuetudini delle città di Sicilia, Palermo, 1900; I. Peri, Girgenti, porto del sale e del grano, in “Studi in onore di A. Fanfani”, Milano, 1962.
Per l'arte
R. Koldewey, O. Puchstein, Die griechischen Tempel in Unteritalien und Sizilien, Berlino, 1899; P. Marconi, Agrigento arcaica, Roma, 1933; P. Mingazzini, L. Rocchetti, Agrigento, in “Enciclopedia dell'Arte Antica”, I, pag. 147-157 (con bibliografia), 1958; T.C.I., Sicilia, Milano, 1968; P. Orlandini, P. Griffo, Agrigento, Firenze, 1970; E. De Miro, Agrigento, la valle dei Templi, Novara, 1983; R. M. Bonacasa Carra, Agrigento Paleocristiana. Zona archeologica ed Antiquarium, Palermo, 1987; Autori Vari, Veder Greco. Le necropoli di Agrigento, Roma, 1988.