Dòri
(greco Dōriêis; latino Dores), una delle tre stirpi fondamentali del mondo greco, a sua volta divisa, già in età omerica, nelle tre tribù degli Illei, dei Dimani e dei Panfili. Secondo la tradizione antica (Erodoto, I, 56; IX, 26-27) i Dori tra i sec. XII e XI a. C. sarebbero discesi dopo la guerra di Troia da una regione della Grecia centrale, fra l'Ossa e l'Olimpo, e, sotto la guida di Temeno, Cresfonte e Aristodemo, discendenti di Eracle, avrebbero invaso e sottomesso il Peloponneso, eccezion fatta per l'Acaia e l'Arcadia. È questa la tradizione del cosiddetto ritorno degli Eraclidi. La teoria dell'invasione dorica accettata oggi da molti studiosi stranieri, seppure ancora variamente dibattuta, è per lo più respinta dagli studiosi della scuola italiana, come frutto di una tarda elaborazione ancora ignota ai poemi omerici. Per gli studiosi italiani, i Dori andrebbero identificati con gli Achei giunti nella penisola greca nel corso del II millennio (1700 ca.) e stanziatisi poi nel Peloponneso, a Creta e sulle coste dell'Asia Minore: quello di Dori sarebbe stato nient'altro che l'ultimo nome degli Achei in terra d'Asia, e l'equivalenza fra Dori e Achei sarebbe fra l'altro provata dal fatto che in due regioni greche portanti il nome di Acaia si parlava dialetto dorico. Se è giusta quest'interpretazione, che però non sembra trovare ancora conferma linguistica nei superstiti documenti achei, il tramonto della civiltà micenea e la distruzione delle rocche achee non sarebbero da attribuirsi a cause violente, quali nuove invasioni di popoli, ma a tutta una serie di motivi di carattere sociale che avrebbero come sfondo la decadenza delle antiche monarchie di fronte alla rapida ascesa delle aristocrazie.