La crisi della polis, l'Impero di Alessandro Magno e l'Ellenismo

Introduzione

Tutta la Grecia uscì indebolita dalle guerre del Peloponneso cui succedettero guerre intestine all'interno delle poleis e fra di esse. Per un breve periodo Tebe tolse a Sparta l'egemonia, ma poi si ristabilì un certo equilibrio tra questa, Atene e Sparta. Questo stato di cose portò la Grecia a una crisi sociale e politica irrimediabile. Di ciò seppe approfittare Filippo II di Macedonia che, in meno di vent'anni, riuscì a imporre la propria supremazia. Riunito un congresso di stati greci a Corinto, Filippo propose loro un comune attacco alla Persia, ma morì assassinato durante i preparativi. L'impresa fu però compiuta dal figlio Alessandro Magno che sconfisse ripetutamente i Persiani espandendo il suo Impero fino all'Indo. Il suo proposito di realizzare un unico grande Impero universale fu quasi un'anticipazione delle grandi civilizzazioni cristiana e islamica, per cui è significativo il fatto che quest'ultima consideri Alessandro un “profeta” identificandolo con il “Dulkarnayn” del Corano. Le conquiste da lui compiute contribuirono alla diffusione della cultura e dei costumi greci oltre i confini della penisola. Alla morte di Alessandro il Regno fu spartito tra i suoi generali (diadochi) e andò incontro alla frammentazione e alla decadenza. La sconfitta di Filippo V di Macedonia a Cinocefale, nel 197 a.C., segnò l'ascesa della potenza romana.