La crisi della polis, l'Impero di Alessandro Magno e l'Ellenismo
- Introduzione
- Dalla supremazia di Tebe alla crisi della polis
- Alessandro Magno
- Approfondimenti
- Riepilogando
Dalla supremazia di Tebe alla crisi della polis
Dopo la lotta tra Sparta e Atene, per alcuni anni furono Sparta e Tebe a combattere per la supremazia. Sparta combatté anche contro la Persia, in difesa delle colonie dell'Asia Minore ma ne uscì sconfitta (386 a.C.). Tra il 371 e il 362 a.C. Tebe, con i generali Pelopida ed Epaminonda, conquistò la Messenia e l'Arcadia. Alla morte di Epaminonda, nel 362 a.C., ebbe fine la breve supremazia tebana. Tutte le poleis greche, stremate dai conflitti, erano ormai in crisi.
La conquista macedone. La Macedonia antica che si estendeva sulle attuali Macedonia, Tracia e Bulgaria meridionale, si era costituita in Regno nel VII sec. a.C. sotto la dinastia degli Argeadi. Dal V sec. a.C. erano iniziati i contatti della Macedonia con la Grecia; molti giovani nobili venivano mandati qui per essere educati (Filippo era stato a Tebe come ostaggio di Pelopida e suo figlio Alessandro ebbe come precettore il filosofo Aristotele). Filippo II nel 356 a.C. intervenne, su richiesta della Tessaglia, nella “guerra sacra” tra Focesi, Tebani e Tessali. Sconfitti i Focesi, fu fermato da Atene e Sparta. Nel 349 a.C. attaccò Olinto, alleata di Atene, la quale, conscia della propria inferiorità, nonostante l'invito a intervenire contro Filippo, espresso dall'oratore Demostene, inviò in Macedonia un'ambasceria di pace (Pace di Filocrate, 346 a.C.) e fu costretta ad abbandonare la Tracia. Nel 340 a.C. Filippo pose l'assedio a Bisanzio e Atene reagì inviando una flotta che liberò la città. In una seconda “guerra sacra”, a Cheronea (338 a.C.), Filippo sconfisse Tebe e Atene alleate ponendo fine all'indipendenza greca. Propose poi agli stati greci di combattere con lui contro la Persia ma morì assassinato prima di attuare il piano.