L'Islam e la sua rapida espansione
Gli Abbasidi
Intorno al 750 una rivolta portò al potere la dinastia Abbaside (750-1258). La capitale fu trasferita a Baghdad. Nonostante il dominio sul Mediterraneo (conquista della Sicilia nell'827) e la conquista dell'India (sec. XI), sotto gli Abbasidi iniziò la disgregazione dell'Impero, con il progressivo crescere dell'autonomia di singole regioni rette da governatori (emiri), solo formalmente sottomessi al califfo di Baghdad, il cui ruolo dal sec. XI fu solo di capo spirituale. Tunisia, Marocco, Egitto e altre province asiatiche si resero indipendenti; contemporaneamente i Turchi Selgiuchidi, militarmente forti e convertiti all'Islam, conquistarono Baghdad e la Persia. Nel 1258 i Mongoli abbatterono il califfato Abbaside. Un risveglio arabo si ebbe solo dopo la Prima Guerra Mondiale e la dissoluzione dell'Impero Ottomano. Alla fondazione di vari stati arabi indipendenti fece seguito una serie di tentativi di unificazione. La questione araba è diventata un aspetto cruciale dell'equilibrio mediorientale dopo il 1945. Nonostante la consuetudine a voler fare dell'Islam un'ideologia politica, esso resta tuttavia una religione che, al di là del clamore mediorientale, è diffusa soprattutto fra i non arabi (gli arabi sono il 20% dei musulmani) compreso un certo numero di europei.