Strutture tettoniche a scala locale e a scala regionale
In base all'estensione dell'area interessata dalle forze agenti sulle rocce, possiamo distinguere le strutture tettoniche a scala locale da quelle a scala regionale.
Fra le strutture tettoniche a scala locale sono comprese le cosiddette pieghe-faglie, descritte nel precedente paragrafo, e le scaglie tettoniche, cioè una serie di faglie inverse presenti in rocce piegate.
Fra le strutture a scala regionale ricordiamo, invece, le falde di ricoprimento: si tratta di pieghe rovesciate, che interessano aree molto estese (diverse centinaia di chilometri). Queste strutture possono originarsi per sovrascorrimento delle rocce, che formano il tetto di una faglia inversa molto estesa al di sopra delle masse rocciose costituenti il letto della faglia stessa. La loro presenza è segnalata dalla sovrapposizione di strati: lo strato superiore, formato dalle rocce che sono sovrascorse, è detto alloctono (dal greco állos, diverso, e chthón, terra); lo strato inferiore, formato dalle rocce rimaste sul luogo d'origine, è detto autoctono (dal greco autós, se stesso, e chthón, terra). Particolari tipi di ricoprimenti sono le falde di compressione, così chiamate perché si originano in seguito a forze di compressione che agiscono su scala regionale. Questo tipo di struttura tettonica è tipico delle grandi catene montuose, per esempio, della catena himalaiana e di quella alpina; in esse si riconoscono una radice, la parte più retrostante del ricoprimento, e un fronte, che corrisponde alla parte più avanzata. L'erosione dello strato alloctono può portare alla formazione di un'incisione, che prende il nome di finestra tettonica, attraverso la quale è messo a nudo il sottostante strato autoctono. Se poi l'erosione isola una parte della falda di ricoprimento dal resto, si formano strutture a cui si dà il nome di klippen (termine tedesco che significa scoglio).