Le pieghe
Le forze di compressione che agiscono lentamente su materiali rocciosi a comportamento plastico producono deformazioni dette pieghe.
Una piega ha lo stesso aspetto di un mazzo di fogli piegati: se curviamo una risma di carta, ciascun foglio si flette e scivola leggermente sull'altro, ma conserva il suo spessore originario. Si può verificare facilmente che, mentre un singolo foglio di carta può essere piegato senza fatica con un raggio di curvatura strettissimo, se il numero e lo spessore dei fogli aumenta, per piegarli occorre una quantità di energia molto maggiore, tanto che una risma di carta può essere appena curvata. In natura questo comportamento è tipico di materiali flessibili, in cui gli strati rocciosi scivolano uno sull'altro.
Il tipo più semplice di piega è detto flessura, cioè un raccordo inclinato che collega tra loro due aree con strati orizzontali posti a livello diverso; se tale raccordo diventa quasi verticale, si forma invece una piega a ginocchio.
Nelle pieghe più accentuate si distinguono due fianchi inclinati, che racchiudono una parte detta nucleo. L'area della piega in cui la superficie della piega ha la massima curvatura e si raccordano i due fianchi prende il nome di cerniera; si dice piano assiale il piano ideale che passa per la cerniera della piega (fig. 13.4).
Frequenti sono le associazioni di pieghe anticlinali, con la concavità rivolta verso il basso, e di sinclinali, con la concavità rivolta verso l'alto. Tuttavia, il criterio ora esposto non è sempre sufficiente per stabilire se una piega è un'anticlinale o una sinclinale, poiché possono sovrapporsi gli effetti di più forze; per distinguerle, si preferisce dunque far riferimento all'età degli strati osservabili in una piega, tenendo presente che, prima del piegamento, gli strati più antichi si trovavano alla base della successione di strati: in un'anticlinale, gli strati più antichi si trovano nel nucleo, mentre nel nucleo di una sinclinale si osservano gli strati più recenti.
In base all'inclinazione del piano assiale, che a sua volta dipende dall'intensità delle forze di compressione che hanno agito sui due lati della piega, le pieghe possono essere classificate in:
pieghe diritte, in cui le forze di compressione hanno agito con la stessa intensità ai due lati e il piano assiale è verticale; pieghe inclinate e rovesciate, in cui ha prevalso la forza di compressione su uno dei due lati e il piano assiale è inclinato rispetto alla verticale, dalla parte opposta rispetto a quella in cui ha agito la forza di intensità maggiore; pieghe coricate, in cui il piano assiale è prossimo all'orizzontale per la notevole differenza tra l'intensità delle forze di compressione che hanno agito sui due lati; in questo caso, lungo il piano che collega l'anticlinale, sovrastante, con la sinclinale, si può originare una faglia e si formano così strutture dette piega-faglia.
Le pieghe diritte sono più rare; sono invece più comuni le pieghe inclinate e rovesciate.