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I sedimenti marini

All'interno delle masse marine e oceaniche è in atto una continua sedimentazione di materiali, prevalentemente costituiti da resti di organismi (generalmente con guscio o scheletro calcareo o siliceo, quando non vengono totalmente disciolti dall'acqua marina tra i 3500 e i 5500 m di profondità), che si accumulano sul fondo mescolandosi a detriti provenienti dalle scarpate continentali (dove arrivano apportati dai corsi d'acqua). In prossimità della scarpata continentale prevalgono sedimenti più grossolani (sabbie), mentre quelle più fini (argille) si depositano nelle zone più profonde (assieme a materiali di provenienza cosmica e vulcanica), dove si rinvengono anche con una certa frequenza concentrazioni di cosiddetti noduli di manganese, ciottoli di forma appiattita e di diametro medio di circa 5 cm, che si trovano in abbondanza su vaste estensioni dei fondali oceanici: sono particolarmente ricchi di manganese oltre che di ferro, ma possono anche contenere rame, nichel e altri metalli. Anche se attualmente il loro recupero è assai costoso, i noduli potranno divenire nei prossimi decenni la principale fonte di approvvigionamento di molti minerali metallici.

Gli accumuli e i resti organici (derivati in gran parte da zone ricche di plancton, insieme degli organismi che si lasciano trasportare passivamente dalle correnti e dalle onde) danno luogo a estese formazioni di fanghi calcarei a globigerine (protozoi unicellulari) e fanghi silicei a radiolari (protozoi unicellulari) e diatomee (alghe unicellulari). La continua attività di sedimentazione negli oceani è alla base della formazione di rocce sedimentarie.