Lo sviluppo motorio e percettivo
Come Piaget aveva ben evidenziato nei suoi studi le competenze motorie dei neonati comprendono per lo più riflessi, quali il ruotare la testa quando stimolati, l'afferrare, il respirare, la suzione. Ma già a partire dal secondo-terzo mese di vita, contemporaneamente allo sviluppo delle aree sensomotorie della corteccia cerebrale, le azioni diventano progressivamente sempre più volontarie. Ad esempio, i neonati sono in grado di sollevare e girare la testa ma non i piedi, ma già a 6 mesi un bambino in media è in grado di stare seduto da solo, a 9 mesi cammina con un appoggio e a 14 mesi è in grado di camminare da solo.
Nei primi anni di vita le capacità motorie che i bambini sono in grado di controllare sono inizialmente grossolane (spingere e manipolare grossi oggetti, rotolarsi, arrampicarsi, saltare...), ma l'apprendimento di capacità più raffinate quali utilizzare posate, allacciare bottoni, disegnare con matite e pennarelli avviene in un arco di tempo piuttosto breve. I tempi di acquisizione di tali abilità dipendono in parte da fattori genetici (bambini con gravi deficit avranno grandi difficoltà ad apprendere abilità motorie raffinate) ma sono anche influenzate fortemente dall'ambiente di sviluppo: un ambiente maggiormente ricco di stimoli sarà palestra ideale per lo sviluppo motorio dei bambini.
Lo sviluppo percettivo avviene sulla base di una sequenza fissa, stabilita a livello genetico. È infatti facile notare come i neonati dimostrino una tendenza a guardarsi attorno e una notevole abilità nel discriminare gli stimoli (preferendo i contorni, gli angoli e i margini). Inoltre i neonati dimostrano anche una spiccata tendenza a preferire il volto umano a qualsiasi altra configurazione, sia perché è ricco di contorni ben delineati e di contrasti cromatici, sia anche perché questa tendenza innata presenta una chiara valenza adattiva per la sopravvivenza della specie.
Intorno ai 2-3 mesi, con lo scomparire (come abbiamo visto a proposito dello sviluppo motorio) di alcuni dei riflessi innati, anche le abilità percettive subiscono dei cambiamenti: la visione comincia a migliorare (portando a una maggiore definizione e procione nel percepire gli stimoli luminosi), e le preferenze visive vanno in direzione di stimoli sempre più complessi.