Il rinnovamento delle poetiche
Voci della poesia
Nell'immediato dopoguerra la poesia tedesca proseguì l'itinerario che l'aveva vista addentrarsi nella lirica della “magia naturale”. Ciò non precluse una diversificazione di interessi, presente anche all'interno del programma poetologico del Gruppo '47, ove si fece strada anche la tendenza a un linguaggio improntato a uno scarno realismo, per descrivere la realtà nei minimi dettagli rimasti in vita dopo la tragedia del conflitto.
Il poeta e drammaturgo Günther Eich (Lebus sull´Oder 1907 - Gross Gmain, Salisburgo, 1972), partecipe del Gruppo '47, acquisì notorietà soprattutto come autore di radiodrammi, raccolti in Sogni (Träume, 1953) e Voci (Stimmen, 1958). Fu però autore di varie raccolte poetiche, nelle quali tuttavia non riuscì a tradurre la sua aspirazione ad aprire la lirica ai problemi socio-politici imposti dalla realtà: Fattorie remote (Abgelegene Gehöfte, 1948), di impianto idealistico-romantico con aperture mistiche; Messaggi della pioggia (Botschaften des Regens, 1955), in linea con la più pura lirica tedesca della natura; Agli atti (Zu den Akten, 1964), fortemente simbolica.
Vicino al surrealismo francese e alla lirica romantica tedesca, nelle raccolte Segni del mondo (Zeichen der Welt, 1952) e Vento e tempo (Wind und Zeit, 1954), il poeta Karl Krolow (Hannover 1915) rimase fedele alla “poesia della natura” praticata da Loerke e Lehmann. Tra le sue opere successive, nelle quali i temi sembrano avvicinare all'immediata quotidianità mentre un insistito e particolare uso della citazione letteraria dichiara l'impossibilità di un'espressività immediata, si ricordano: Niente più che vivere (Nichts weiter als Leben, 1970), Per amor di semplicità (Der Einfachheit halber, 1977), Quando giunse il momento (Als es soweit war, 1988).
Nelly Sachs
Di famiglia ebrea, la poetessa tedesca Nelly Sachs (Berlino 1891 - Stoccolma 1970) nel 1940 riuscì a fuggire con la madre in Svezia, con l'aiuto della scrittrice Selma Lagerlöf. Fu sincera e intima amica del poeta tedesco di origini rumene Paul Celan, con il quale intrattenne una profonda corrispondenza. Il destino del popolo ebraico sta al centro dei suoi drammi e della sua lirica e il suo linguaggio rielabora assonanze bibliche, passi cabbalistici e chassidici. L'elemento portante delle raccolte liriche del dopoguerra è l'opposizione mistica di luce e tenebre, polvere e immortalità: Nelle dimore della morte (In den Wohnungen des Todes, 1947), il cui titolo allude ai campi di sterminio nazisti, Eclissi stellare (Sternverdunkelung, 1949), E nessuno sa di più (Und niemand weiss weiter, 1957), Al di là della polvere (Fahrt ins Staublose, 1961). Nel 1962 pubblicò la raccolta di poemi drammatici Segni nella sabbia (Zeichen im Sand, 1962) e nel 1966 venne insignita del premio Nobel, insieme con lo scrittore israeliano S. Y. Agnon.