Il fiore della letteratura barocca
Voci del barocco
Gli autori del barocco si volsero all'affinamento linguistico del tedesco e attesero a questo compito nei vari generi della loro specifica attività letteraria: poesia lirica o epigrammatica, canto di chiesa e oratoria devozionale, narrativa e teatro.
Fleming
Allievo di Opitz , il poeta Paul Fleming (Hartenstein, Sassonia, 1609 - Amburgo 1640) viene considerato il maggior lirico del Seicento tedesco, dunque, per questo lato, superiore anche al proprio maestro. Scrisse poesie di argomento sia religioso sia profano, cogliendo in entrambi risultati eccellenti. La sua poesia d'amore si distacca dai moduli del tardo petrarchismo e dai canoni stabiliti dalla scuola opitziana ed esprime accenti personalissimi e valori musicali che anticipano la sensibilità romantica. Odi, epigrammi e sonetti da lui composti furono raccolti postumi nei Poemi tedeschi (Teutsche Poemata, 1646).
Gryphius
Andreas Gryphius, nome latinizzato di Andreas Greif (Glogau 1616 - 1664), poeta e drammaturgo, fu il massimo autore di teatro barocco tedesco. Studiò a Danzica e a Leida; viaggiò in Europa, soprattutto in Francia e in Italia (1644-46), anche per sottrarsi agli orrori della guerra dei trent'anni. Rientrato nella città natale, ricoprì un'importante carica pubblica e scrisse le sue tragedie e commedie. La sua vena poetica fu di lirico grave e riflessivo, intento a meditare con accenti cristiani sull'esperienza della negatività mondana, tanto su quella più radicale della morte quanto su quella più ordinaria della vanità e caducità delle cose al cospetto dell'eternità ultraterrena. Attentissimo nel calibrare il lessico poetico, elaborò uno stile originale, carico di asprezze e forzature, impregnato di densa pateticità. Fra le sue composizioni poetiche si ricordano i cento Sonetti domenicali e per altre festività (Son- und Feyrtags Sonnete, 1639). Stimato fondatore del teatro nazionale tedesco, Gryphius divise in atti e in scene l'azione drammatica, osservò le tre unità aristoteliche tradizionali e introdusse, desumendolo dalla tradizione francese, il verso alessandrino, che fu per tutto il Seicento il verso canonico del teatro tedesco. I suoi modelli furono l'olandese van den Vondel, il teatro didattico dei gesuiti, gli autori elisabettiani e Seneca. Tra le opere: le tragedie Leo Armenius (1646); Catharina von Georgien (1647); Carolus Stuardus (1650), dedicata al re inglese decapitato nel 1649; il dramma d'ambiente borghese, primo del teatro tedesco, Cardenius und Celinde (1657). A lui si devono le uniche commedie dell'età barocca, che rivelano una dimensione sapida e lieve: l'Absurda Comica (1658), tratta da Shakespeare, l'Horribilicribrifax (1663), ispirata a Plauto. Fu anche autore di liriche e poemetti religiosi in tedesco e in latino.
Hofmannswaldau
Christian Hofmann von Hofmannswaldau (Breslavia 1616- 1679) studiò, oltre che sul suolo natale, anche a Oxford, Londra e Parigi, coltivando molteplici interessi culturali. Estimatore della poesia italiana, che riteneva superiore alla francese, fu l'iniziatore della poesia galante in Germania. Venne profondamente influenzato dalla lirica amorosa italiana, da Petrarca a Guarini (di cui tradusse il Pastor fido, 1647), a Marino. In lui culmina la lirica barocca tedesca, con la riuscita preziosità di un estremo virtuosismo formale. Sua opera di maggior rilievo sono le Eroidi (Helden-Briefe, 1664, pubblicato postumo nel 1680), raccolta di epistole di 100 versi alessandrini ciascuna, che si immaginano scritte da quattordici coppie di amanti: in esse, attraverso i più elaborati strumenti della retorica, trova voce una forte sensualità.
Spee von Langenfeld
Il gesuita Friedrich Spee von Langenfeld (Kaiserwerth presso Düsseldorf 1591 - Treviri 1635) fu professore a Spira, Worms, Magonza, Paderborn. Mise il suo talento poetico al servizio della Controriforma. La sua attività di confessore delle streghe condannate al rogo lo indusse a scrivere la Cautio criminalis (1631), violenta requisitoria contro i processi per stregoneria. Morì curando gli appestati. La sua raccolta poetica L'usignolo in lizza (Trutz Nachtigal, 1649) insieme ai suoi inni liturgici, lo pone tra i maggiori rappresentanti della poesia barocca in Germania. Il titolo fa riferimento alla dignità della sua lirica tedesca, che non sfigura accanto all'“usignolo” latino; in effetti le sue originali composizioni sull'amore per Gesù rivelano una grande musicalità.
Gerhardt
Paul Gerhardt (Gräfenhainichen, Dessau, 1607 - Lübben 1675) è il più notevole autore di canti di chiesa (Kirchenlieder) del Seicento: i suoi inni liturgici costituiscono a tutt'oggi una parte significativa dei canti utilizzati dalla Chiesa protestante. Si ricordano tra gli altri, per la loro novità e intensità poetica, Ora riposano tutti i boschi (Nun ruhen alle Wälder, 1648), O capo insanguinato (O Haupt voll Blut und Wunden, 1656) e Canto vespertino (Abendlied, 1656), che invita alla contemplazione del sopraggiungere della notte, prefigurazione del momento, atteso e sperato, nel quale Cristo chiamerà l'anima ad abbandonare questo mondo di dolori.