Il fiore della letteratura barocca
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Letteratura mistica: Böhme
Di famiglia contadina, il mistico Jakob Böhme (Alt-Seidenberg, Görlitz, 1575 - Görlitz 1624) esercitò il mestiere di ciabattino e si formò mediante numerose e varie letture. Attaccato dall'ortodossia luterana per la stesura del suo Aurora al sorgere (Aurora, oder die Morgenröthe im Aufgang, 1612, ma stampato solo nel 1656 ad Amsterdam), vide la propria opera circolare in patria soltanto in forma parzialmente ridotta e clandestinamente, tuttavia con grande diffusione, soprattutto in Slesia. Nelle sue visioni gli si rivelò la verità del conflitto fra bene e male che si placa soltanto in Dio, “Non-fondamento” (Ungrund) abissale del tutto: quando l'anima riesce a vincere la lotta col demonio può accogliere la rivelazione della realtà divina. L'illuminazione che la coglie le fa apparire, nella seconda nascita in Cristo, la presenza di Dio nella realtà fisico-mondana. Contemplare la natura significa scoprire Dio ovunque, in ogni essere e soprattutto nell'uomo, coronamento della creazione. Nel De Signatura rerum (1635) si afferma che la vera essenza delle cose e degli individui si manifesta all'uomo allorché il suo spirito si ridesta dal torpore e riscopre il proprio autentico centro. Le teorie di Böhme ebbero notevole influsso su molte teorie filosofiche del Settecento e Ottocento, sin oltre il romanticismo.