Estetismo e simbolismo: Rilke e Trakl
In sintesi
Redazione De Agostini
George | Decisivamente affascinato dalla poesia preraffaellita e dal simbolismo francese, nel 1892 diede vita a Monaco a un cenacolo d'intellettuali per affermare (in netta polemica con la cultura borghese e la letteratura naturalista) una concezione aristocratica della poesia. Stilisticamente la sua opera si caratterizza per un'esasperata ricerca di estetismo formale, per un lessico inconsueto, carico di significati reconditi. |
Rilke | Dopo i viaggi in Russia, la sua poesia assunse il tipico carattere soggettivo e visionario. Opera a sé, isolata e profondamente originale all'interno della produzione rilkiana, sono i Quaderni di Malte Laurids Brigge, documento dell'angoscia esistenziale da cui l'autore si sentì attanagliare a Parigi: essi hanno la forma di un diario in cui, accanto a fatti presenti, vengono registrati pensieri, riflessioni, ricordi d'infanzia. Il procedimento analitico con cui Rilke, muovendo dal mondo esterno, penetra nel proprio inconscio e lo scruta, si avvicina per certi aspetti alla tecnica narrativa di Proust. Le ultime composizioni poetiche, i Sonetti ad Orfeo e le Elegie duinesi, rappresentano il culmine della sua arte poetica. Il ciclo d'Orfeo è una sorta di celebrazione della creazione poetica; le elegie invece, altrettanto libere nella loro struttura, sono un tentativo di tendere all'estremo il linguaggio fino a farne strumento di raffigurazione del sovrumano. Dense di enigmatiche figure, come gli "angeli" più volte evocati, sono sospese tra il mondo umano e quello ultraterreno. La sgargiante ricchezza di immagini che caratterizzava la prima fase della poesia di Rilke subisce nell'ultimo periodo da un lato una rarefazione e un raffinamento formali, dall'altro un'accentuata interiorizzazione lirica che grande influsso esercitò sulla lirica europea tra le due guerre mondiali. |
Trakl | Le prime composizioni di Trakl, rivelano l'influenza di George e Rilke accanto a quella di Baudelaire e di Rimbaud. Le poesie in quartine rimate che occupano gran parte della raccolta del 1913 rappresentano la fase intermedia: in esse si delineano già la tipica maniera immaginifica e la tecnica sostanzialmente paratattica del poeta. Le ultimissime poesie, costruite su una successione di immagini visionarie, sono scritte in una lingua scarna ma vibrante e talora brutale. |