Letteratura nell'età del pietismo e dell'illuminismo
- Letteratura nell'età del pietismo e dell'illuminismo
- La prosa del cuore sincero: il pietismo
- Il "rischiaramento" dell'epoca e degli spiriti
- La poetica del razionalismo: Gottsched
- Riepilogando
Il "rischiaramento" dell'epoca e degli spiriti
Aufklärung, “rischiaramento”, è il termine tedesco che designa quel movimento che chiamiamo illuminismo: il movimento che pone al centro del suo programma l'obiettivo di condurre sotto i “lumi” della ragione l'intera vita dell'uomo e, come tale, ha un intento decisamente polemico contro tutte le forze accusate di voler trattenere le menti in stato di “minorità”, avvolte dalle “tenebre” dell'errore, del pregiudizio e della superstizione. Il periodo aureo della sua fioritura fu il sec. XVIII e l'epicentro della sua diffusione la Francia, soprattutto Parigi, benché occorra precisare che il movimento ebbe grande sviluppo in quasi tutti i paesi europei, pur assumendo forme diverse a seconda delle tradizioni non soltanto filosofiche, ma anche storiche, politiche e religiose con cui veniva a confrontarsi. Analoghe distinzioni sono necessarie per quanto riguarda le sue diverse fasi, a seconda che le correnti illuministiche si siano radicalizzate in un senso decisamente rivoluzionario, come in Francia, oppure sotto la pressione della realtà storica e delle reazioni suscitate abbiano acquistato un carattere moderato, come precisamente in Germania. Qui l'illuminismo, integrando in sé motivi dello Sturm und Drang e del classicismo, confluì nella filosofia dell'umanità, ossia in una concezione organicistica della ragione capace di accogliere in sé le dimensioni della sensibilità e del sentimento e di riconoscere la peculiarità delle diverse epoche invece di sacrificarla a una concezione astrattamente rettilinea del progresso.
La fondazione dell'estetica
Molto complesso e articolato fu poi il confronto con l'arte da parte di un movimento come l'illuminismo, che idealizzava nell'uomo la ragione e considerava come modello autentico e supremo dell'uomo il filosofo, il sapiente. Indubbiamente anche l'estetica non si sottrae alle tendenze generali dell'epoca volte ad affermare il primato della razionalità e della verità su qualsiasi altro aspetto della vita spirituale dell'uomo e, soprattutto in Francia, nei primi decenni dell'illuminismo si mosse su linee neoclassiche. Tuttavia, se è innegabile nell'estetica illuministica un grande interesse per le regole, non meno significativi sono alcuni spostamenti di orizzonte tra cui in particolare quello che portò a concentrare l'attenzione del critico e del filosofo dell'arte sul problema del gusto piuttosto che su quello più tradizionale dell'opera d'arte e della sua struttura. E, del resto, affermare che anche la poesia e l'arte devono sottostare a regole e avere una finalità morale o perfino eudemonistica (alla ricerca della felicità) non significa rinunciare a comprendere la peculiarità della facoltà determinante in questo processo, ossia la fantasia. Si spiega così che proprio a quell'epoca si faccia risalire con A.G. Baumgarten la fondazione dell'estetica come scienza autonoma, sia pur definita quale forma inferiore di conoscenza.