Lucrezio
La vita
La vita di Tito Lucrezio Caro (98 ca-55 ca a.C.) è avvolta nel mistero perché il poeta, preso dagli studi, trascorse l'esistenza in solitudine e in isolamento. Indifferente per natura alla vita pubblica e mondana, non fece nulla per farsi conoscere e non pubblicò nemmeno il suo poema. Non si sa se avesse amici, anche se l'importanza data dai suoi versi all'amicizia fa pensare comunque che ne avesse: uno doveva essere quel Memmio propretore in Bitinia e in seguito condannato all'esilio per brogli elettorali, al quale dedicò il De rerum natura; probabilmente lo era Cicerone, che dopo la morte di Lucrezio ne pubblicò il suo poema. Carenti, molto posteriori e avvolte in un alone di leggenda sono le sue notizie biografiche: la fonte principale è rappresentata da un breve testo della Cronaca di san Girolamo (sec. IV d.C.) che, accogliendo notizie del De poetis di Svetonio (sec. II d.C.), afferma che Lucrezio fu colto da follia per aver assunto un filtro d'amore e, dopo aver composto negli intervalli di lucidità la sua opera, si suicidò a quarantaquattro anni. La lucida e dura analisi della passione erotica e la condanna dell'amore presente nei suoi versi sembrano indicare che nella vita di Lucrezio ci sarebbe stato un amore sventurato.
L'anno di nascita del poeta è posto da san Girolamo nel 96 o 94 a.C: la morte oscillerebbe, quindi, fra il 53 o il 51 a.C.; tuttavia in contrasto con quanto si ricava dalla testimonianza fornita dalla Vita di Virgilio del grammatico Elio Donato (sec. IV d.C.), che colloca la morte di Lucrezio nel 55 a.C.: in questo caso l'anno di nascita verrebbe anticipato. Pertanto si può collocare con una certa attendibilità la vita di Lucrezio tra il 98 e il 55 a.C., poiché è sicuro l'ultimo dato fornito da san Girolamo, cioè che Cicerone revisionò il poema di Lucrezio, rivedendone il manoscritto e curandone l'edizione. Di Cicerone, che pure non citò mai Lucrezio negli scritti filosofici in cui illustra le dottrine epicuree, resta anche un giudizio sul poeta contenuto in una lettera al fratello Quinto del febbraio 54; in tale data il De rerum natura era già stato letto (si trattava, di certo, di una lettura e non di una revisione) in vista della pubblicazione postuma, dunque Lucrezio doveva essere già defunto. Cicerone, riferendosi al poema lucreziano, ne riconosce sia il genio poetico sia l'arte con cui è scritto. Del tutto sconosciuto è il luogo di nascita di Lucrezio, da alcuni collocato in Campania da altri a Roma, e oscure sono la sua estrazione sociale e la formazione culturale; nessun contemporaneo parla di lui, a parte Cicerone. Viene ora anche comunemente accettata la notizia, relativa alla follia di Lucrezio, contestata da alcuni studiosi come astiosa invenzione creata ad arte o enfatizzata dalla propaganda cristiana, ostile al pensiero del poeta.