Ovidio
La fortuna
Ovidio ebbe un grande successo già in vita; nelle età successive fu studiato e imitato per la brillantezza dei temi e il virtuosismo nel comporre versi. Quintiliano lo giudicò con severità, ma sia la tarda antichità sia il Medioevo lo considerarono un modello di poesia, secondo solo a Virgilio. Dante lo collocò nel Limbo, tra i grandi poeti del passato, insieme a Omero, Orazio e Lucano. Il suo influsso fu fondamentale sulla poesia trobadorica e sulla cultura francese dei secoli XII e XIII: Chrétien de Troyes tradusse l'Ars amatoria. Anche il Rinascimento, non solo italiano, amò la poesia di Ovidio che del resto, per la raffinata evidenza della sue immagini, lasciò tracce anche nella cultura pittorica di tutta Europa. La sua fama decadde solo con il Romanticismo, poco incline ad accettare la brillante facilità del poeta latino.