Ovidio
L'arte di amare
L'amore cantato da Ovidio si trasforma da passione in un'arte, che può essere insegnata con una precettistica minuta. Il poeta sviluppa così l'aspetto didascalico presente nella poesia elegiaca, scrivendo questo poemetto, L'arte di amare, perché, come è annunciato nei primi due versi chi lo legge possa amare da esperto. I primi due libri sono indirizzati agli uomini.
Il primo libro è dedicato alla conquista della donna, a cominciare dai luoghi dell'incontro, i teatri, il circo, le passeggiate, i Portici di Pompeo, dove le donne vanno per vedere ed essere vedute; come ottenerne i favori, sostenendo che si possono conquistare tutte le donne: basta saper tendere bene i lacci.
Il secondo libro insegna come si può, una volta conquistata una donna, conservarne l'amore: sono necessari intelligenza, amabilità, assecondarne i desideri; è inutile scrivere versi, perché "la poesia si loda, ma si preferiscono i grandi doni: purché sia ricco, piace anche un barbaro"; nascondere i propri tradimenti e fingere di non conoscere quelli dell'amata.
Il terzo libro è rivolto alle donne, perché anch'esse imparino a conquistare e conservare l'amore di un uomo: curare la propria persona (acconciatura, trucco, vestiti), nascondere i difetti, amare la poesia, il canto, la danza e i poeti che non corrono dietro al guadagno. Poiché tutte le donne sono conquistabili, l'austera severità della matrona romana, fulcro della famiglia, sulla cui sacralità Augusto aveva fondato il recupero dei valori della tradizione, è, per esplicita ammissione del poeta, lontanissima dalla sua fantasia. Il libro fece scandalo, ma, pur nella sua indiscutibile spregiudicatezza, è una squisita opera intrisa di umorismo, redatta da un libertino di raffinata sensibilità. L'analisi attenta della psicologia femminile, le similitudini, le azzeccate digressioni e gli esempi illustrativi dei precetti fanno dei libri di Ovidio una deliziosa opera d'arte.