Il teatro del Novecento
- Introduzione
- L'"Irish Dramatic Movement"
- La rinascita del dramma poetico
- Samuel Beckett
- Osborne e i giovani arrabbiati
- Harold Pinter
- Il teatro di fine secolo
- Riepilogando
Osborne e i giovani arrabbiati
Il vero punto di partenza per la rinascita del teatro inglese dopo la metà del secolo fu la rappresentazione di Look back in anger (Ricorda con rabbia) di John Osborne, avvenuta a Londra nel 1956 e che iniziò una new wave (nuova ondata) nel teatro inglese, ben presto seguita da una schiera di giovani drammaturghi, tutti nati intorno agli anni Trenta, che sperimentarono molti tipi di rappresentazione teatrale, producendo un buon numero di opere di successo.
John Osborne
John Osborne (1929-1995) prima di approdare al teatro come attore fece vari mestieri. Look back in anger (Ricorda con rabbia, 1956) lo rese improvvisamente famoso: il dramma esprime il disagio di una generazione priva di radici, alla disperata ricerca di riferimenti morali. Il protagonista Jimmy Porter è il prototipo degli angry young men, i giovani arrabbiati in rivolta contro la società inglese e i suoi falsi valori. Essi si esprimono con un linguaggio tagliente e realistico e, pur tentando di uscire dai condizionamenti sociali, ne rimangono irrimediabilmente prigionieri. L'opera appartiene al filone del teatro realistico e il suo enorme successo fu dovuto non alle innovazioni tecniche o formali, ma all'interesse suscitato dall'attualità del messaggio, espresso nella parlata quotidiana. I drammi successivi riprendevano il tema del fallimento morale: The entertainer (L'istrione, 1957), scritto per l'attore shakespeariano Laurence Olivier e poi portato sullo schermo (Gli sfasati, 1960); The world of Paul Slickey (Il mondo di Paul Slickey, 1959), in cui il bersaglio era la Chiesa anglicana; Martin Luther (Martin Lutero, 1961), in cui il riformatore è visto come un rivoluzionario mancato; A sense of detachment (Un senso di distacco, 1972); Watch it come down (Guardalo scendere, 1977).
Arnold Wesker
Arnold Wesker (1932), nato a Londra, di famiglia ebraica, visse poveramente facendo vari mestieri. Socialista convinto, ha sempre sostenuto l'importanza dell'impegno o di ciò che egli chiama "the need to care", ovvero la necessità di partecipare attivamente ai fatti del tempo e di mostrare solidarietà agli altri esseri umani. Scriveva: "il socialismo non è parlare continuamente, è vivere, cantare, ballare, è essere interessati a ciò che ci circonda, è preoccuparsi per le persone e per il mondo". Nelle sue opere egli ha sempre cercato di vedere l'uomo nel contesto della società e in relazione ai problemi sociali e politici del suo tempo, come risulta evidente nella Wesker trilogy (Trilogia dei Wesker), storia di una famiglia ebraica di immigrati: Chicken soup with barley (Brodo di pollo con orzo, 1958), Roots (Radici, 1958) e I'm talking about Jerusalem (Parlo di Gerusalemme, 1960). Sensibile ai problemi della classe operaia, fondò nel 1961 un istituto culturale per i lavoratori "Centre 42". Fra le altre opere teatrali, che ebbero un successo di critica superiore a quello di pubblico, sono The kitchen (La cucina, 1959), Chips with everything (Patatine di contorno, 1962), Their very own and golden city (Una città dorata tutta per loro, 1965), The four seasons (Le quattro stagioni, 1965), The friends (Gli amici, 1970), The journalists (I giornalisti, 1975), Caritas (1981) e Annie Wobbler (1984), When God Wanted a Son (Quando Dio veleva un figlio, 1986), Caritas (1988), Denial (Rifiuto, 1997) Groupie (Quando torna la primavera, 2001) e Longitude (2002).
John Arden
John Arden (1930), autore praticamente indifferente al grande pubblico al pari di Wesker, possiede una padronanza della lingua assai articolata e un'ampia fantasia. Nelle prime commedie, fra cui Sergeant Musgrave's dance (La danza del sergente Musgrave, 1959), sperimentò il ricorso a più strati linguistici gergali, l'inserimento di parti in versi sul modello della ballata, l'impiego di soluzioni farsesche alla maniera del music hall. Alcuni lavori brevi e sperimentali e due soggiorni a New York e in India segnarono il passaggio a una fase di impegno politico diretto, inaugurata con il breve testo satirico Harold Muggins is a martyr (Harold Muggins è un martire, 1968). La rottura definitiva con il teatro ufficiale avvenne nel 1972, durante l'allestimento della trilogia The island of the mighty (L'isola dei potenti), che incorporava elementi vittoriani e del teatro popolare indiano, canzonette e allusioni del teatro medievale, musiche, pantomima, per la durata complessiva di molte ore, nello sforzo di raccontare gli albori mitologici della nascita dell'Inghilterra. Per tagli operati al lavoro, Arden si dissociò pubblicamente dallo spettacolo e da allora si è tenuto lontano dalle scene ufficiali; il suo lavoro successivo di maggior impegno The non-stop Connolly show (1973), sulla vita del patriota irlandese, che dura ventisei ore, venne rappresentato integralmente una volta sola a Dublino. Del 1986 è Whose is the kingdom? (Di chi è il reame?).