Il teatro del Novecento
- Introduzione
- L'"Irish Dramatic Movement"
- La rinascita del dramma poetico
- Samuel Beckett
- Osborne e i giovani arrabbiati
- Harold Pinter
- Il teatro di fine secolo
- Riepilogando
L'"Irish Dramatic Movement"
L'Irish Dramatic Movement, iniziato da W.B. Yeats e lady Gregory, ebbe come scopo principale quello di creare un teatro nazionale incoraggiando la produzione di opere di argomento irlandese, scritte da drammaturghi irlandesi. I soggetti erano derivati dal materiale leggendario e storico, oltre che dalla vita contemporanea, e il linguaggio doveva conservare la ricchezza e la qualità immaginativa del "linguaggio vivo del popolo". Tale programma sfociò nella creazione di un teatro al tempo stesso realistico e poetico, che, come disse lady Gregory, doveva "avere alla base il realismo e all'apice la bellezza". Oltre a Yeats, le due personalità più influenti del Movimento furono John Millington Synge e Sean O'Casey.
John Millington Synge
John Millington Synge (1871-1909), amico di Yeats, è famoso per la commedia amaramente ironica The playboy of the western world (Il furfantello dell'Ovest, 1907) e per l'intenso atto unico Riders to sea (Cavalcata a mare, 1904), opere scritte in un linguaggio poetico, nelle quali l'elemento realistico e quello fantastico si fondono perfettamente, realizzando le teorie dell'Irish Dramatic Movement. Nella prefazione l'autore scrisse di essere convinto che "sul palcoscenico bisogna avere la realtà", ma anche che il linguaggio doveva possedere tutte le molteplici sfumature della poesia. Anche gli altri lavori teatrali (In the shadow of the glen, Nell'ombra della vallata, 1903; The well of the saints, La fonte dei santi, 1905; Deirdre of the sorrows, Deirdre l'addolorata, 1910 postumo) mostrano la forza della sua immaginazione poetica e drammatica.
Sean O'Casey
Sean O'Casey (1880-1964) divenne famoso come il drammaturgo dei quartieri poveri di Dublino con Juno and the paycock (Giunone e il pavone, 1925) e The plough and the stars (L'aratro e le stelle, 1926), lavori che mostravano un realismo amaro e satirico. In opere successive O'Casey fece ricorso a tecniche espressioniste e simboliste, con risultati meno efficaci.