Il teatro del Novecento
Il teatro di fine secolo
Il teatro inglese degli ultimi decenni del Novecento presenta una versatilità che si esplica nel rappresentare la drammaticità della vita o nel coglierne, secondo la tradizione britannica, i lati ironici e satirici.
Fra gli autori che hanno esordito dopo la fine degli anni Cinquanta sono da ricordare: Alan Bennett (1934), attore e autore di commedie piene di garbato umorismo; Jonathan Miller (1934); Robert Bolt (1924-1995), che divenne famoso con A man for all seasons (Un uomo per tutte le stagioni, 1960); Edward Bond (1934), autore di rottura antiborghese, dal linguaggio duro (Early morning, Quando si fa giorno, 1967; Restoration, Restaurazione, 1981), sceneggiatore del film di M. Antonioni Blow-up (1966); Alan Ayckbourn (1939), autore di commedie sulla vita matrimoniale proposta con amara ironia (Bedroom farce, Camere da letto, 1975); Tom Stoppard (1937), la cui opera d'esordio, Rosencrantz and Guildenstern are dead (Rosencrantz e Guildenstern sono morti, 1967), riscosse un notevole successo e ripropose la tragedia di Amleto vista da due personaggi minori, pedine in un gioco che non comprendono, in perenne attesa di disposizioni e intenti a filosofeggiare, perfette allegorie dell'uomo contemporaneo, sballottato da avvenimenti su cui non ha controllo.