L'età della retorica
In sintesi
Redazione De Agostini
L'eredità culturale dei greci | Durante l'età greco-romana (31 a.C.-529 d.C.) l'egemonia politico-culturale passò da Atene ed Alessandria a Roma. La colonizzazione culturale operata dai Greci fu accettata di buon grado dai Romani e il primo autore della letteratura latina è appunto il greco Livio Andronico (240 a.C.). Si costituì un mondo bilingue, in cui la Grecia sente fortemente il pericolo di un declino e di una trasformazione del suo patrimonio culturale. Per difendersi, il mondo greco si chiude in una sorta di conformismo tematico e stilistico. |
L'importanza della retorica | Nei primi secoli dell'età imperiale (I-II sec. d.C.) l'arte della retorica assume un'importanza eccezionale e diventa, in un momento di passaggio, la sola forma di cultura. Nascono diverse scuole e con la Seconda Sofistica la retorica assume l'aspetto di fenomeno di massa e di pura e vuota esibizione. |
Apollodoro di Pergamo e Teodoro di Gadara | Verso la fine del I sec. a.C. si accende un dibattito tra le due più famose scuole di retorica: quella di Apollodoro di Pergamo (atticista) e quella di Teodoro di Gadara (più vicina all'asianesimo). Per il primo la retorica è una scienza soggetta a regole ben precise, mentre per il secondo l'arte nasce dalla fantasia e dal genio dell'autore. |
Dionigi di Alicarnasso | Storico greco, lavorò e visse a Roma nel I sec. a.C. Oltre all'opera Antichità di Roma si distinse per le sue opere di retorica (Sugli oratori antichi, Sulla disposizione delle parole). Grande sostenitore dell'atticismo, riprese le dottrine di Aristotele e Teofrasto e elogiò la medietas, equilibrio tra facoltà naturali e arte. |