L'età della retorica
Dionigi di Alicarnasso
Figura di grande importanza in questo periodo culturale, Dionigi, lasciato Alicarnasso, visse ed operò a Roma tra il 30 e l'8 a.C. Convinto assertore della superiorità di Demostene è il massimo esponente dell'atticismo. La sua opera principale sono le Antichità di Roma, suddivise in 20 libri, dedicato alla storia di Roma, dalle origini fino al 264 a.C. Purtroppo sono pervenuti intatti soltanto i libri I e X e parti del libro XI; il resto dell'opera è noto attraverso compendi bizantini. Le Antichità presentano la civilità di Roma ai Greci, migliorando in alcuni punti le precedenti opere degli annalisti romani. L'opera, nello stile, è già un'applicazione delle teorie atticiste, ma dal punto di vista storiografico è priva del vigore e della precisione di Polibio.
Di altro valore le opere retoriche Sugli oratori antichi (in due libri, di cui uno solo pervenuto), e soprattutto Sulla disposizione delle parole e Sull'imitazione, di cui sono rimasti solo dei frammenti. Dionigi rimane nella tradizione di Aristotele e Teofrasto, riprendendo la dottrina dei tre stili, la mimesi, la medietas come ideale della perfezione in quanto equilibrio tra facoltà naturali (ingenium) e arte. Per questo Dionigi esalta Demostene in quanto incarna, meglio di qualsiasi altro scrittore, un perfetto equilibrio, non imitando nessuno, ma piuttosto raccogliendo da tutti quanto c'è di eccellente e di utile.