I Vangeli e la letteratura greco-cristiana
In sintesi
Il Nuovo Testamento | Il Nuovo Testamento costituisce un corpus di fondamentale importanza dal punto di vista culturale e letterario, e non solo religioso. Nel suo canone sono compresi: i 4 vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, gli Atti degli Apostoli, le 13 lettere di Paolo, le 7 lettere “cattoliche” (di Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda), la Lettera agli Ebrei, e l'Apocalisse. |
I vangeli sinottici | I tre vangeli di Marco, Matteo e Luca sono detti Sinottici per la vicina datazione (attorno al 70) e le numerose analogie che li accomunano. Pur nella vicinanza dei loro contenuti i tre vangeli sembrano riflettere le diverse personalità dei suoi autori: Matteo scrive per i cristiani di origine giudaica affidando la trasmissione del messaggio cristiano a 5 grandi discorsi tenuti da Gesù; Marco, che non fu testimone oculare, scrive per i cristiani romani, pagani d'origine, Luca, medico colto, si preoccupa di fornire una documentazione precisa e rigorosa. Luca scrive anche gli Atti degli Apostoli. |
Il vangelo di Giovanni | Giovanni non vuole fornire alcuna testimonianza sul messaggio di Gesù, ma bensì un'interpretazione teologica. L'identificazione del suo autore, la cronologia dell'opera, la redazione e l'individuazione delle fonti non sono ancora pienamente certe. A Giovanni è stato attribuita anche la compilazione del libro dell'Apocalisse, ma ormai quasi certo che non sia lui l'autore. |
Le lettere | Completa il canone del Nuovo Testamento l'insieme delle lettere (databili fra il 50 e il 100): 13 attribuite a Paolo e 7 chiamate “cattoliche”, cioè “canoniche” (di Giacomo, 2 di Pietro, 3 di Giovanni, 1 di Giuda). Si aggiunge a queste l'epistola agli Ebrei, erroneamente attribuita a Paolo per molti secoli, e ancora senza una paternità certa. |
La letteratura cristiana dei primi secoli | Nei primi secoli dopo Cristo il cristianesimo dette origine a una vasta produzione letteraria destinata, da una parte, a difendere la nuova religione dagli attacchi degli intellettuali pagani (apologetica) e, dall'altra, a definire i principi dottrinali, anche alla luce delle categorie di pensiero greco-romano della civiltà classica, in un confronto costante tra ortodossia ed eresie (patristica). |
La scuola di Alessandria | Ad Alessandria si sviluppò una fiorente scuola teologica orientata soprattutto all'esegesi delle Sacre Scritture. Clemente promosse una fusione tra classicità pagana e religione cristiana. Origene applicò i metodi della filologia classica alle Sacre Scritture e tentò di definire per la prima volta in modo organico la dottrina cristiana. |
I padri cappadoci | La conversione dell'impero romano al cristianesimo (Costantino) favorisce l'integrazione tra pensiero greco e pensiero cristiano. In questa fase nella Chiesa d'Oriente brillano i padri della Cappadocia. Basilio di Cesarea (330-379 ca) sostenne il valore pedagogico della filosofia greca e fu tra i fondatori del monachesimo orientale. Gregorio di Nazianzo (329-390 ca) accompagnò la riflessione teologica a una vasta produzione poetica. Gregorio di Nissa (335-394 ca) fondò la teologia mistica e fu strenuo difensore dell'ortodossia contro l'eresia ariana. |
Giovanni Crisostomo | Giovanni Crisostomo (ca 345-407) fu grande predicatore e con le sue straordinarie Omelie si meritò l'appellativo di Crisostomo (in greco, bocca d'oro). Sul piano teologico definì la dottrina dell'eucaristia e del peccato originale. |