La commedia nuova: Menandro
In sintesi
La Commedia Nuova | L'ultima fase della commedia greca, la Commedia Nuova, abbandona la tematica politica e si ispira ai contenuti della vita quotidiana. Nel mutato clima culturale che caratterizza la fine del IV sec. a.C., lo spettacolo teatrale perde la sua funzione sociale e diviene solo una forma d'intrattenimento. |
Il commediografo del quotidiano: Menandro | Menandro (342- 291 a.C.) è l'unico autore della Commedia Nuova di cui possediamo dei testi grazie ai ritrovamenti papiracei che hanno restituito sezioni di una ventina di commedie (le 108 commedie conosciute dagli antichi sono andate perdute tra i secc. VII-VIII d.C.). Tra queste, solo Il Misantropo ci è pervenuta integralmente; le altre, di cui possediamo solo delle sezioni, sono: La ragazza tosata, La donna di Samo, L'uomo di Sicione, L'odiato, lo Scudo e L'Arbitrato. |
Le novità apportate da Menandro | Rispetto alla Commedia Antica, vi sono alcune novità: il prologo espositivo, sul modello introdotto da Euripide; l'assenza delle parti corali, sostituite da un intermezzo musicale (il choroù mèros); la creazione di intrecci complessi, giocati sull'utilizzo di meccanismi stereotipi e scene fisse, come quella del riconoscimento; l'ampio spazio lasciato per l'intervento della ty'che (il caso). |
Temi, personaggi, lingua e stile | I temi, di cui il principale è quello amoroso, si rifanno sempre a vicende private tratte dalla realtà quotidiana: in questa scelta sta il valore della commedia menandrea, ovvero nella capacità di “imitare la vita” creando caratteri dotati di credibilità psicologica e sentimentale. Per Menandro nel cuore dell'uomo c'è sempre un fondo di bontà: per questo lo sguardo sulla natura umana e sul mondo circostante è sempre benevolo e positivo. Il linguaggio adottato nelle commedie è vicino alla parlata della parte più colta del pubblico e si astiene da ogni eccesso (è appunto detto “stile medio”); il metro è il trimetro giambico. |