La poesia didascalica: Esiodo
Le opere
Il corpus esiodeo comprende due poemi di sicura attribuzione: la Teogonia e Le opere e i giorni. Certamente spurio è invece il poemetto Lo scudo (480 versi), che celebra la nascita di Eracle e la sua lotta contro Cicno, e viene minuziosamente descritto il suo scudo (a imitazione della descrizione dello scudo di Achille, nel XVIII canto dell'Iliade). Solo frammenti sono giunti di un'altra opera spuria, il Catalogo delle donne (Eóie, formula greca che significa “o quale” e raccorda i racconti delle singole eroine). Di altre opere si possiedono solo i titoli: le Eóie maggiori, la Melampodia, l'Egimio; i poemi didascalici Esortazioni di Chirone, Astronomia, La divinazione con gli uccelli.
La Teogonia
Nella Teogonia, ossia la “Nascita degli dei” (un poema di 1022 esametri), Esiodo traccia una storia dell'universo, ricavandola dalla fusione di teorie cosmogoniche e di genealogie divine, già presenti nel patrimonio del mito greco. La Teogonia rappresenta il primo tentativo di mettere ordine nel caotico pantheon del mondo ellenico, senza per questo rinunciare a una visione mistico-religiosa delle divinità. Dopo l'iniziale Inno alle Muse (che diverrà un vero e proprio topos, cioè un “luogo comune” della produzione poetica greco-latina) e il racconto dell'iniziazione poetica dell'autore, avvenuta mentre conduceva le greggi al pascolo sull'Elicona, seguono le due parti fondamentali in cui può essere suddiviso il poema: il racconto del mito delle origini del mondo e il catalogo genealogico delle divinità. In questa seconda sezione si inserisce la narrazione del furto del fuoco da parte di Prometeo e della lotta di Crono e di Zeus contro i Titani, nota come la Titanomachia.
Le Opere e i giorni
Poema didascalico di 828 versi, probabilmente è posteriore alla Teogonia. Esso inizia con la celebrazione di Zeus in quanto dio della giustizia, ma sviluppa poi, in una sfera tutta umana, una serie di avvertimenti al fratello Perse, invitato ad abbandonare le vie dell'ozio e a convertirsi alla disciplina del lavoro, strumento di benessere, ma, prima di tutto, fondamentale legge etica della vita. Ai consigli morali si giustappongono precetti relativi all'agricoltura e alla navigazione e norme per la vita sociale e religiosa in genere.
La descrizione delle “opere” che scandiscono la vita quotidiana si alterna a brani di valenza più concettuale, ispirati al mito (come quelli di Prometeo e di Pandora o quello delle cinque “età” dell'uomo). Sono presenti anche apologhi (l'usignolo e lo sparviero), massime e proverbi, descrizioni di paesaggi e stagioni, che, nella concretezza visiva delle immagini, risultano tra i più efficaci dell'intero poemetto. Spuria è probabilmente l'ultima parte dell'opera, quella relativa ai giorni adatti o non adatti alle diverse attività agricole.