La lirica dorica

Tirteo

Tirteo visse attorno alla fine del sec. VII a.C. e, secondo la leggenda, fu un maestro di scuola ateniese, storpio, che, inviato per scherno a Sparta durante le guerre contro la Messenia, infiammò con i suoi carmi gli animi degli spartani, portandoli alla vittoria. In realtà, fu un cittadino spartano perfettamente integrato nel sistema ideologico della sua polis.

Il poeta della pólis spartana

Le sue liriche, appartenenti al genere elegiaco, furono raccolte dai grammatici alessandrini in 5 libri, comprendenti canti di guerra ed esortazioni morali. Se ne hanno solo alcuni frammenti abbastanza ampi, tra cui alcuni celeberrimi, come l'elogio della morte in battaglia per la patria, la descrizione del combattente valoroso e l'esaltazione della costituzione spartana. Conosciamo il titolo di due raccolte di argomento parenetico (esortativo) e guerresco: l'Eunomía (Il buon governo), che celebrava i pregi della costituzione spartana; e le Upothékai (le esortazioni), incitamenti a combattere. Nella tradizione successiva Tirteo è ricordato come il tipico poeta celebratore degli ideali nazionali e dell'autentica virtù guerriera e la sua poesia è divenuta emblema dell'areté (virtù, valore) e del kósmos (sistema ordinato) della società spartana. La lingua è lo ionico di ascendenza omerica.